«Il Mercatone Uno di Reana del Rojale ha chiuso nel silenzio-assenso della politica regionale e da pochi giorni a Tavagnacco, poco lontano, ha aperto un nuovo negozio per l’arredo casa che fa parte di una catena austriaca. Nel primo caso 40 persone hanno perso il lavoro, nel secondo si enfatizza la creazione di 50 nuovi posti. Sembra un beffardo scherzo del destino. È invece la palese dimostrazione della poca attenzione della giunta Serracchiani sulla vertenza e il destino dei dipendenti coinvolti. Incompetenza aggravata dal fatto che già nell’ottobre scorso avevamo avvisato l’assessore Bolzonello delle intenzioni del gruppo austriaco Dipo e chiesto che si incontrassero i dipendenti, ma l’incontro non c’è mai stato». È amaro il commento del portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo che ha sempre seguito da vicino le problematiche dei lavoratori di Reana.
«A febbraio dell’anno scorso in merito al caso Mercatone Uno l’assessore Panariti affermava che “la Regione – nell’ambito della situazione di criticità in cui si trova il settore del terziario con particolare riferimento alla grande distribuzione – intende farsi parte attiva affinché il Governo nazionale intervenga in vista dell’individuazione di adeguate soluzioni che garantiscano la continuità dell’attività del gruppo, avendo anche presente la situazione dell’indotto e le relative ricadute occupazionali”. A distanza di un anno i fatti dimostrano che poco o nulla di tutto questo è stato fatto – attacca Sergo -. L’unica speranza per i lavoratori del Mercatone Uno è il bando di vendita dell’intera azienda. Staremo a vedere a settembre se e cosa accadrà, ma intanto si è persa un’importante occasione per trovare un posto di lavoro a queste persone».
«Visto quanto accaduto vogliamo sapere dalla giunta Serracchiani quali risultati abbia dato il tavolo che doveva salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti del Mercatone Uno e se queste persone siano state, in qualche modo, coinvolte nell’apertura del nuovo negozio, considerato che sapevano da 8 mesi delle intenzioni del gruppo austriaco. Inoltre – aggiunge il portavoce del M5S – l’esecutivo regionale dovrebbe spiegare quale ruolo abbiano avuto lo Sportello unico per le attività produttive (Suap) e il Centro per l’impiego che fan riferimento al comune di Tavagnacco nella scelta dei dipendenti del nuovo punto vendita».
Il portavoce del M5S chiude con una domanda: «Sono stati, infine, previsti in 12 mesi corsi di formazione per permettere agli ex dipendenti di essere assunti in questo nuovo negozio o in altri? Se questo non fosse avvenuto saremmo di fronte all’ennesimo schiaffo inferto agli ex lavoratori dell’azienda di Reana del Rojale».