“Il presidente Fedriga non ha smentito una sola delle criticità che abbiamo sollevato. Dopo questa presa di coscienza, ci aspettiamo anche un’assunzione di responsabilità, anche alla luce dell’annunciata ricandidatura”. Lo dichiara il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo il dibattito in aula sulla mozione di censura nei confronti dell’assessore alla salute, Riccardo Riccardi.
“Nulla è stato detto in merito alle omissioni e falsità di Riccardi rispetto al report del Ministero, dopo le ispezioni negli ospedali di Palmanova e Gorizia. Mentre l’assessore affermava come non emergessero criticità – ricorda Ussai -, il documento ministeriale sottolineava l’errato conteggio delle terapie intensive, la sovrapposizione dei percorsi Covid / non Covid con l’aumento del rischio di contagio e il disallineamento dei flussi informativi: tutti aspetti su cui Fedriga non ha in alcun modo ribattuto”.
“Il presidente ha confermato e preso atto di come il Friuli Venezia Giulia sia stata la peggiore regione in Italia per mortalità da Covid 19 nel 2021, cercando maldestramente di fornire una giustificazione – continua l’esponente M5S -. È da un anno e mezzo che chiediamo un approfondimento su questo tema, considerato che anche ricercatori dell’Università di Udine sottolineano come questo dato preoccupante non possa essere spiegata solamente con l’anzianità della nostra popolazione”.
“Abbiamo ascoltato una difesa d’ufficio della gestione della sanità e dei manager nominati dallo stesso Fedriga. Da parte nostra non c’è mai stato un attacco ai professionisti e ai tecnici, che ringraziamo, ma abbiamo sottolineato, come peraltro fatto anche da sei sindacati dei medici, come ‘l’errore più grave è stato probabilmente preporre, alla guida dei nuovi Enti, dirigenti i cui curricula, in molti casi, non sono all’altezza della complessità’. Scelta di competenza del presidente Fedriga, dovuta – secondo Ussai – alla maggiore manovrabilità dei manager. La gestione autoritaria dell’assessore, caratterizzata da provvedimenti calati dall’alto e dalla mancanza di ascolto dei professionisti, delegittimati quando hanno osato sollevare alcune criticità, ha causato un clima di sfiducia per chi lavora in prima linea”.