Ferriera, Ussai (M5S): «Per la giunta Serracchiani non è prioritaria la chiusura e la riconversione dell’area a caldo dello stabilimento»

«Ancora una volta sull’inquinamento e sui danni sanitari provocati dalla Ferriera la giunta Serracchiani e la maggioranza di centro sinistra hanno preferito prendere impegni troppo generici che non risolveranno nel breve periodo nessuna delle criticità tutt’ora in essere. Infatti sugli ulteriori finanziamenti previsti dal provvedimento “RilanciaimpresaFVG” è stata accettata la nostra proposta di inserire tra le priorità la riconversione industriale ma ci è stata bocciato l’emendamento con cui chiedevamo di privilegiare la chiusura e la riconversione graduale dell’area a caldo dello stabilimento, l’unica soluzione in grado abbattere realmente le emissioni di inquinanti prodotti dalle sorgenti attive che continuano ad affliggere tutto il territorio triestino». Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Andrea Ussai, contesta i provvedimenti presi ieri in Consiglio regionale sul futuro dello stabilimento triestino.

 

«Anche l’impegno di “considerare le esigenze di risanamento ambientale” suona come una beffa. Perché a pagare i danni provocati dalla Ferriera in tutti questi anni sarà il pubblico, cioè i cittadini di tutto il Friuli Venezia Giulia – attacca Ussai -. E a questo punto è bene che i cittadini sappiano che il conto “dell’operazione salvataggio” della Ferriera cresce ogni giorno di più. Oltre ai finanziamenti pubblici previsti dall’accordo di programma (26,1 milioni di euro assegnati dalla Regione e 15,4 milioni di euro di risorse statali), nel “RilancimpresaFvg” si assegnano ulteriori 10 milioni di euro all’area di crisi complessa di Trieste, primariamente rivolti – guarda la coincidenza – al settore siderurgico. In tutto sono più di 50 milioni di euro e siamo convinti che i costi pubblici sono destinati a salire».

 

«Ormai è chiaro l’indirizzo politico della giunta Serracchiani: l’attuale produzione siderurgica della Ferriera di Servola deve andare avanti costi quel che costi. Siamo di fronte a una totale subordinazione all’industriale di turno, che oggi risponde al nome di Arvedi, domani chissà! La dimostrazione più evidente sta nelle previsioni della proprietà – presenti nel piano industriale – di mantenere o meno l’attività della cokeria a seconda della convenienza rispetto al prezzo della ghisa importata dall’estero, mantenendo così, sine die, uno dei principali fattori di inquinamento. Il tutto viene lasciato alla valutazione sulla convenienza economica da parte dello stesso Arvedi. Una cosa assurda – conclude Ussai – che testimonia la grande debolezza della giunta Serracchiani: a fonte di ingenti investimenti pubblici la politica non è in grado di dare un indirizzo che tuteli i cittadini».