Una mozione per “attivare tutte le azioni di sua competenza per garantire un servizio equo, di prossimità e di qualità nelle zone montane del territorio del Friuli Venezia Giulia, nel rispetto degli impegni originariamente assunti con i Comuni attraverso la convenzione n.5124 di data 19 marzo 1990” è stata deposita dal MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale.
“Abbiamo deciso, dopo molte interrogazioni fatte anche da altre forze politiche, che fosse l’ora di chiedere alla Regione di battere i pugni e far rispettare la convenzione vigente. A confermare la validità di quel documento è stata una sentenza del Tar e anche l’Eni stessa che ha utilizzato un articolo della convenzione per non rimborsare il mancato servizio dopo la tempesta Vaia – ricordano i consiglieri M5S – La Regione quindi, da che parte vuole stare? Dalla parte di Eni o dalla parte dei cittadini e delle imprese che ancora resistono in montagna? I Comuni gestiti da Eni sono tanti e a gran voce stanno chiedendo da anni il rispetto di quella convenzione”.
“Non è chiaro perchè, il 27 novembre 2018, sia stato pubblicato un bando per la gestione delle reti canalizzate di gas Gpl che prevede, fra gli altri, ‘Servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria, lavori per nuovi allacci ed ampliamenti, attività di pronto intervento su impianti (centrale Gpl e rete di distribuzione) e gestione amministrativa della clientela nella Provincia di Udine (nei Comuni di Paularo, Forni di Sopra, Forni di Sotto)’ e ‘Servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria, lavori per nuovi allacci ed ampliamenti, attività di pronto intervento su impianti (centrale GPL e rete di distribuzione) e gestione amministrativa della clientela nella provincia di Pordenone (nei comuni di Andreis, Barcis, Cimolais, Claut)’, essendoci una convenzione tuttora vigente che scadrà a maggio 2029”.
“È assolutamente comprensibile quindi la preoccupazione dei cittadini e degli amministratori locali (è di oggi una diffida del sindaco di Cimolais), per questo ennesima decisione unilaterale di Eni Spa che non rispetta la ratio della convenzione originaria che intendeva garantire ai cittadini interessati un servizio di prossimità e di qualità – concludono i pentastellati -. È interesse della Regione garantire il rispetto degli impegni sanciti dal quella convenzione, sia in ragione delle rilevanti quote di proprietà pubblica di tale servizio, sia per gli interventi finanziari garantiti negli anni”.