“A questo punto, non ci resta che sperare che la legge regionale, deputata a individuare le aree non idonee per la stesura di parchi fotovoltaici nelle nostre campagne, possa essere considerata retroattiva. Altrimenti, il nostro territorio pagherà caro questo dilungamento dei tempi per la sua approvazione”.
Lo rimarca in una nota la consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), dopo aver assistito al deposito della petizione contro la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra in prossimità delle aree residenziali di Romans d’Isonzo.
“Noi continuiamo a sostenere – aggiunge la Capozzi – che, su questi impianti, sono necessari i dibattiti pubblici. Anche per dare ai proponenti la possibilità di spiegare le loro ragioni. Questa Regione, invece, non ha mai inteso svolgere l’inchiesta pubblica, seppur con oneri a carico dei proponenti, nemmeno per gli impianti che la potevano prevedere, per la valutazione degli impatti ambientali di tali strutture. Non potendolo richiedere i Comuni interessati, di solito troppo piccoli per una normativa che prevede almeno 50mila soggetti interessati, sarà altresì nostra cura far approvare al Consiglio regionale atti di indirizzo per obbligare la Giunta ad avviare il dibattito pubblico, laddove consentito dalla legge”.
“Una Regione che negli ultimi tre anni ha già approvato due norme per l’individuazione di aree non idonee dove installare questi impianti – precisa la pentastellata – avrebbe dovuto essere capofila a livello nazionale. Invece, come al solito quando si parla di transizione energetica, rischieremo di essere tra gli ultimi. Non ci rimane altro se non auspicare che le norme approvate siano considerate retroattive, almeno per gli impianti non ancora installati”.