“Tutti quanti noi avremmo voluto che, dopo 15 anni, il Friuli Venezia Giulia avesse finalmente individuato le aree idonee al fotovoltaico. Tuttavia, dovremo attendere ancora e non sappiamo per quanto tempo. Proprio per questo motivo abbiamo espresso parere contrario a un disegno di legge che, per contro, abbiamo anche contribuito a migliorare in questi pochi giorni messi a disposizione dei consiglieri per la sua votazione”.
Lo rimarca, attraverso una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), intervenendo a caldo sul disegno di legge 38 dedicato all’installazione di impianti a fonti rinnovabili, approvato dall’Aula soltanto pochi minuti prima.
“Il nostro – aggiunge l’esponente pentastellata – è stato un atteggiamento costruttivo e non certamente orientato da preclusioni di sorta o no ideologici, anzi. Non siamo certamente ‘quelli del no’ a prescindere, come a qualcuno piace catalogarci: prova evidente di ciò è infatti costituita dai 40 emendamenti da noi presentati che miravano unicamente a migliorare un testo deficitario, benché ben 38 di essi abbiano ricevuto un ‘no’ dal Centrodestra”.
“In questa bocciatura annunciata si sono però salvate due istanze che – precisa Capozzi – hanno trovato accoglimento da parte dell’Assemblea legislativa. Grazie a noi sono state infatti tolte dal novero delle aree idonee le zone commerciali, ancora ben diffuse nei piani regolatori dei nostri Comuni, che invece erano state assimilate alle aree industriali ed artigianali quali zone in cui poter accelerare gli iter amministrativi per la realizzazione di questi impianti. In questo modo, abbiamo salvato migliaia di ettari di terreno, spesso coltivato ancorché ritenuto zona commerciale”.
“Notiamo altresì – spiega ancora Capozzi – come alcuni consiglieri di centrodestra si sentano colpiti nel vivo quando si parla di ritardo e di buoi scappati. Tuttavia, sarà sufficiente vedere la cartografia prevista da questa norma per capire cosa è successo in questi tre lustri”.
“Abbiamo avuto modo anche di ribadire il ritardo con cui si interviene; un ritardo – sottolinea la rappresentante del M5S – di ben 15 anni! E, se qualcuno vuole considerare questa norma una pietra miliare, noi siamo più che mai convinti che sarà il tempo a darci ragione. Soprattutto davanti a un’attuazione farraginosa che prevede 12 mesi per la formulazione delle cartografie che poi dovranno appena essere recepite nei regolamenti comunali”.
“Un’imperdonabile e inaccettabile lungaggine – conclude Capozzi – che ha visto una corsa alla presentazione delle domande già nel primo mese di quest’anno con un valore salito a +200%. Dunque, non è certamente difficile immaginare cosa accadrà nel corso di quest’annata di vacatio legis”.