Un tour dei Centri per l’Impiego del Friuli Venezia Giulia per fare il quadro della situazione e valutare le esigenze anche in ottica Reddito di Cittadinanza. Lo hanno effettuato nelle scorse settimane il portavoce alla Camera del Movimento 5 Stelle, Luca Sut, e il consigliere regionale pentastellato, Mauro Capozzella. “I CPI sono probabilmente l’attore principale nella riforma del Reddito di Cittadinanza, che consideriamo storica nel nostro Paese. – hanno spiegato Sut e Capozzella in una conferenza stampa -. Siamo andati a vedere le sedi, abbiamo parlato con il personale, osservato il modo di lavorare, valutato insieme a loro l’utenza, le procedure, sempre con spirito critico e con l’idea di portarci a casa elementi utili a migliorare la riforma del Reddito”.
La percentuale di soggetti che riescono effettivamente ad essere collocati si attesta intorno al 12% per il collocamento ordinario, cui va aggiunta una percentuale di circa il 5% di tirocini, mentre è al 15% per il collocamento mirato che riguarda i disabili. Parliamo di una realtà che nel 2018 ha raggiunto 35.682 Dichiarazioni di immediata disponibilità (9.104 nel primo trimestre di quest’anno) e 33.616 Patti di servizio personalizzato (8.624 nel primo trimestre 2019). Per quanto concerne il collocamento mirato, il dato del primo trimestre 2019 parla di 5.868 iscritti con 528 nuove iscrizioni. Disagio socio-culturale, utenza che non cerca attivamente lavoro, problemi familiari, lavoro sommerso e rinuncia delle aziende alle assunzioni sono le principali cause che portano al mancato collocamento.
“Le criticità maggiori – ha spiegato Sut – riguardano innanzitutto la carenza di personale. Delle 100 nuove unità che la Regione pensa di assumere nell’arco dei prossimi 18 mesi, ripartiti in 54 unità provenienti dal concorso in atto, 21 stabilizzazioni di contratti a termine e la quota navigator, quasi tutte andranno in sostituzione dei pensionamenti previsti nel biennio 2019-2021. In quest’ottica i direttori si sono detti soddisfatti dell’innesto dei navigator, figure che verranno contattate e inizieranno il percorso di formazione necessario. Spetterà proprio ai navigator coadiuvare i Centri per migliorare l’incrocio tra domanda e offerta, accompagnare chi cerca lavoro ai colloqui per, da un lato, verificare l’effettiva volontà di arrivare ad un’offerta congrua e, dall’altro, raccogliere un feed back aziendale sul quale costruire sia le strategie di miglioramento sia una banca dati condivisa”.
“All’assessore Rosolen chiediamo inoltre una maggiore comunicazione dei servizi – ha aggiunto Sut -. Faccio un mea culpa ma ammetto che io stesso non conoscevo tutte le funzioni svolte nei Centri e ho verificato quanto poco ne sappia la popolazione: erogare servizi tanto importanti e non informarne adeguatamente la cittadinanza è un vulnus sul quale si deve quanto prima mettere mano. C’è da togliere ai CPI la nomea di un posto dove ci si reca quando si è disperati e farlo diventare invece il luogo di eccellenza per la ricerca attiva. Proprio il Reddito di cittadinanza mira, attraverso il ‘patto per il lavoro’, a diventare una misura inclusiva che riporti o inserisca persone in difficoltà nel mondo del lavoro. In Friuli Venezia Giulia siamo sicuramente un passo avanti agli altri ma c’è un lavoro serio da fare”.
Parallelamente, ha concluso Capozzella, è necessario rilanciare l’azione dei Centri per l’orientamento: “Queste strutture volgono un’importantissima attività specialmente per i profili più deboli, cioè i principali destinatari della riforma. Anche i COR hanno necessità di rinnovo del personale e su questo sono intervenuto personalmente interrogando l’assessore Rosolen, la quale ha espresso l’intenzione della Giunta di garantire il turnover in vista dei prossimi pensionamenti. È fondamentale riportare il concetto di lavoro al centro delle tematiche economiche e sociali in modo reale, e non solo sulla carta, anche attraverso una maggiore connessione tra mondo della scuola e mondo del lavoro che parta dalle scuole medie”.