«Siamo sconcertati dal disinteresse dimostrato oggi dalla giunta Serracchiani davanti all’ipotesi di trasferimento dell’attività delle Assicurazioni Generali da Trieste ad altre sedi fuori regione. Il rischio sempre più concreto è quello di depauperare in modo grave l’organico impiegato nel capoluogo regionale, danneggiando un tessuto economico già provato dalla crisi». Il consigliere regionale Andrea Ussai commenta così la risposta data questa mattina dall’assessore Bolzonello a una interrogazione del MoVimento 5 Stelle.
«Non c’è nessuna attenzione ai processi di riorganizzazione in atto da parte della più grande compagnia di assicurazione italiana e quarta al mondo per fatturato – attacca Ussai -. Di fatto la giunta regionale sta colpevolmente sottovalutando l’allarme lanciato nelle scorse settimane dalle rappresentanze sindacali. Forse Debora Serracchiani non ha ben chiaro quali siano i risvolti economici e occupazionali che la presenza in regione delle Generali rappresenta per il Friuli Venezia Giulia e, in particolare, per Trieste».
«Nonostante anche il presidente di Generali Gabriele Galateri di Genola abbia rassicurato circa la volontà del Gruppo di rimanere a Trieste, è purtroppo un dato di fatto lo spostamento a Milano di alcune funzioni strategiche con la conseguente assunzione di nuovi dirigenti – spiega il portavoce M5S -. La tendenza di distribuzione di risorse fra le sedi di Trieste e Milano appare, infatti, sbilanciata sempre più a favore della sede milanese. A ottobre 2013 la sede di Trieste segnava una presenza di dipendenti pari all’82% sul totale del “Group Head Office”, mentre a fine dicembre 2013 era del 79,5%. Infine con le proiezioni a fine 2014 si dovrebbe attestare addirittura al 75%».
«Non si può inoltre tralasciare che è imminente la scadenza dell’accordo sulle tutele occupazionali. Così come non si può scordare quanto accaduto in passato con la Ras – sottolinea Ussai -. Sarebbe grave se l’esecutivo regionale si limitasse solamente alle dichiarazioni ufficiali, senza verificare nel merito i dati reali. Oggi più che mai – conclude – non possiamo permetterci di perdere le Generali, un’azienda che fa parte della nostra storia e dell’identità di Trieste e della nostra regione».