GIARDINI INQUINATI: DIOSSINE E FURANI IN QUANTITÀ DOPPIA AI LIMITI DI LEGGE E VALORI ELEVATI IN TUTTA LA CITTÀ

Nelle prime analisi eseguite sui terreni a inizio anno, che hanno portato alla chiusura, a Trieste, di 7 giardini pubblici per superamento dei limiti degli idrocarburi policiclici aromatici (come il benzo[e]pirene e il benzo[a]pirene), non erano stati analizzati diossine, furani e pcb, nonostante le ripetute richieste in tal senso formulate sia dal Movimento 5 Stelle che dai cittadini.

Ricordiamo che diossine e furani sono una famiglia di composti chimici, prodotti dalle combustioni, che anche a bassissime dosi possono essere cancerogeni e interagire con le attività ormonali dell’organismo umano. Oltre a ciò, essendo molto numerose e diversificate, uno studio attento dei valori delle singole specie può permettere di individuare in modo abbastanza puntuale le sorgenti che le hanno prodotte.

Solo tra agosto e settembre Arpa esegue finalmente le analisi delle diossine sui campioni di terreno dei giardini di Trieste; dopo diversi solleciti ci vengono forniti gli esiti di queste analisi, ma solo come sommatoria totale. In seguito ad un’ulteriore richiesta, finalmente otteniamo i risultati delle singole componenti, nonché una revisione in base alla normativa vigente delle sommatorie precedentemente fornite, che evidenzia da subito il pesante superamento dei limiti di legge nella zona di Servola.

I dati della sommatoria di diossine e furani evidenziano in Pineta Miniussi un valore doppio (19,0 ng/Kg TEQ) rispetto al limite di legge (10 ng/Kg TEQ) e valori uguali o vicinissimi al limite nelle due scuole esaminate (10,0 e 9,8), molto vicine alla zona industriale. Allontanandosi dalla zona industriale, nelle poche stazioni esaminate i valori si abbassano scendendo sotto i limiti di legge, ma restano comunque decisamente elevati.

In tutte le stazioni analizzate sono stati trovati composti tossici, caratterizzati da una forte presenza di cloro, che esclude come fonti di emissione riscaldamento e traffico. Considerato che questo tipo di sostanze può essere prodotto solo da particolari tipologie di combustione industriale, come ad esempio impianti siderurgici e inceneritori, chiediamo – pertanto – che vengano eseguite con urgenza ulteriori analisi, comprendendo anche campionamenti a Muggia (in direzione dei venti prevalenti) e nei borghi più popolosi della città.

Attendendo nuove analisi e le dovute spiegazioni delle istituzioni preposte, da questi primi dati si può “tranquillamente” affermare che più che di inquinamento diffuso possiamo parlare di diffuso inquinamento industriale.