“Dopo tre mesi dalla nostra proposta di legge per la gestione delle grandi derivazioni idroelettriche, è stat0 finalmente depositato in Consiglio regionale il disegno di legge della Giunta, appena in tempo per l’approvazione entro il 31 ottobre prevista dalla legge nazionale”. Lo affermano i firmatari della pdl 98 ‘Disciplina delle modalità e delle procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico in Friuli Venezia Giulia’, Cristian Sergo, Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella e Andrea Ussai (M5S), Mariagrazia Santoro, Nicola Conficoni, Enzo Marsilio e Diego Moretti (PD), Tiziano Centis e Simona Liguori (Cittadini), Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli (Patto per l’Autonomia) e Furio Honsell (Open – Sinistra FVG).
“Un testo su cui la Giunta non ha inteso ascoltare né le opposizioni, che già a fine giugno avevano presentato una proposta di legge, né i sindaci della montagna, interessati dalla questione – sottolineano i consiglieri -. Non a caso, rispetto alla prima stesura del 7 agosto, e dopo il passaggio al Consiglio delle Autonomie Locali dello scorso 15 settembre, l’esecutivo ha dovuto fare marcia indietro su una serie di aspetti relativi alle concessioni”.
“Innanzitutto – puntualizzano gli esponenti di opposizione – come avevamo previsto nella nostra pdl, è stato introdotto che, in caso di società mista pubblica/privata, rimanga in capo alla Regione il 51%. Inoltre, su richiesta avanzata dai sindaci al CAL e come indicato dalla proposta di legge che abbiamo depositato a fine giugno, si prevede che le risorse derivanti dalle concessioni vengano destinate anche alla valorizzazione turistica delle aree montane”.
“Rimangono ancora alcuni aspetti che il disegno di legge giuntale trascura – concludono i firmatari della pdl 98 -. Oltre a un approfondimento sulla mitigazione dell’impatto ambientale e sugli aspetti occupazionali, la nostra battaglia continuerà fino a quando i proventi dei canoni di concessione e l’energia obbligatoria ceduta dai concessionari non torneranno interamente alla montagna. Nonostante le richieste avanzate dai sindaci, la Giunta prevede che solo il 50% rimanga ai territori interessati. Confidiamo nella volontà di ascolto della maggioranza, che su questo tema finora non c’è stata, per approvare una legge storica per i nostri territori montani”.