C’è sempre Francesco Rosato dietro la Società Siderurgica Triestina Srl che nelle ultime ore ha manifestato l’intenzione di subentrare, tramite un contratto di affitto, nelle attività industriali del ramo di azienda di Lucchini in AS (Amministrazione speciale). Rosato è infatti amministratore unico della Società Siderurgica Triestina, costituita l’11 luglio scorso. Una Srl che ha come socio unico Finarvedi spa e un capitale sociale di 50 mila euro, praticamente la stessa somma ottenuta da Rosato per la tanto criticata consulenza per il progetto di riconversione industriale dell’area della Ferriera di Servola.
«Non si tratta di un omonimo – attacca il consigliere comunale del MoVimento 5 Stelle Stefano Patuanelli-. Si tratta della stessa persona che sulla base di una delibera del Comune di Trieste avrebbe dovuto trovare delle soluzioni per la riqualificazione economica della Ferriera, valutare possibili investimenti alternativi all’attività siderurgica, trovare nuovi investitori nazionali e internazionali e valutare un possibile programma di dismissione. Un consulente, ben pagato con denari pubblici, che oggi è diventato amministratore delegato e plenipotenziario della società che gestirà il futuro dello stabilimento siderurgico, a partire dalla gestione del personale».
«Si tratta dello stesso Rosato – aggiunge Patuanelli – che dovrebbe essere ancora sotto inchiesta da parte del giudice Luigi Dainotti che lo ha rinviato a giudizio, accogliendo le richieste del pm Pietro Montrone, per aver – a vario titolo – ceduto, rivenduto e trasportato, o comunque gestito abusivamente ingenti quantità di rifiuti pericolosi proprio della Ferriera tra il 2007 e il 2008».
«Siamo di fronte a un colossale conflitto di interessi – tuona il consigliere regionale M5S Andrea Ussai-. Al di là dei profili giuridici che andremo a verificare nelle sedi competenti, Rosato si trova nell’imbarazzante posizione di chi sta per trarre profitto da una attività imprenditoriale che ha dovuto – fino a poche settimane fa – giudicare sostenibile o meno dal punto di visto del piano ambientale e della produzione industriale».
«Va inoltre sottolineato che in base alle anticipazioni pubblicate dal quotidiano Il Piccolo, la Società Siderurgica Triestina Srl non assorbirà tutte le maestranze della Ferriera. Non vorremmo – aggiunge Ussai – che a perdere il posto fossero proprio i soggetti più deboli, lavoratori infortunati, attualmente in malattia o prossimi alla pensione».
«Si tratta di una grave sconfitta per Cosolini – conclude Patuanelli – che è corresponsabile di questo inciucio industrial-politico. Un sindaco che solo poche ore fa si vantava pubblicamente di aver risolto tutti i problemi della Ferriera, garantendo la prosecuzione sine die dell’attuale produzione siderurgica,senza curarsi minimamente dell’ambiente e della salute dei lavoratori e dei residenti della zona».