Contrastare i fenomeni di analfabetismo emotivo e funzionale nei giovani del Friuli Venezia Giulia. È l’obiettivo della proposta di legge del MoVimento 5 Stelle, illustrata oggi in sede di VI Commissione consiliare, che mira ad apportare alcune modifiche alle legge 13/2018 in tema di diritto allo studio e potenziamento dell’offerta formativa del sistema scolastico regionale. “Con questa proposta – spiega il consigliere regionale Mauro Capozzella, primo firmatario – puntiamo da una parte ad assegnare contributi agli istituti scolastici secondari di primo e secondo grado per la realizzazione di progetti mirati a contrastare l’analfabetismo emotivo e funzionale, dall’altra ad aprire nelle stesse scuole sportelli di counseling rivolti a docenti e genitori per sostenere il ruolo all’interno dell’organizzazione scolastica e nella crescita dei ragazzi”.
“L’analfabetismo emotivo è forse il male più evidente degli ultimi vent’anni – sostiene l’esponente M5S -. Le sue caratteristiche sono state sicuramente potenziate, se non create, dai media digitali che rendono i nostri giovani incapaci di rapportarsi in una relazione reale. Il fenomeno è presente già in ragazzi pre-adolescenti e adolescenti ed è alla base di fenomeni quali pensiero polarizzato, repressione, razzismo o sessismo, narcisismo, bisogno ossessivo di avere ragione. Per questo motivo la nostra proposta di legge interviene già a partire dalla scuola secondaria di primo grado”.
“Per analfabetismo funzionale si intende l’incapacità di un individuo di comprendere e valutare testi scritti per intervenire attivamente nella società, raggiungere i propri obiettivi e sviluppare le proprie potenzialità – aggiunge Capozzella – Per combattere questo fenomeno è importante porre al centro dell’azione didattica l’individuo e non il programma; le conoscenze devono essere offerte in modo tale che chi impara possa tramutarle in competenze utili al suo percorso di vita. Inserire questa metodologia all’interno della scuola secondaria di secondo grado ha quindi una duplice funzione: preparare di più e meglio i giovani ad affrontare i risvolti della vita pratica e contrastare l’abbandono scolastico in modo che, prolungando il ciclo di studio, si riesca a formare un individuo più competente e autonomo, non solo a scuola ma nella vita”.
“Ma non possiamo pretendere di cambiare il modello educativo senza tenere conto di chi questo modello se lo accolla ogni giorno, con tutte le difficoltà che conosciamo e su cui non si interviene ancora abbastanza: per questo proponiamo uno sportello di counselling per insegnanti e genitori – afferma il consigliere regionale -. Con questo strumento intendiamo dare un punto di ascolto agli insegnanti per sostenerli nei problemi che affrontano quotidianamente (classi sovraffollate, precariato, strumenti didattici inadatti, edilizia scolastica inadeguata, solo per citarne alcuni) e che creano difficoltà operative e psicologiche nello svolgimento del proprio lavoro”.
“Sulla stessa linea si pone l’istituzione di uno sportello di counselling all’interno all’istituto scolastico per i genitori – conclude Capozzella – Non solo per una più proficua e collaborativa relazione scuola-famiglia, passaggio educativamente necessario e indispensabile per sostenere insieme l’interesse dei giovani, ma anche perché i genitori stessi trovino un ascolto e un supporto competente che li aiuti a comprendere il mondo della scuola e quello ancora più complicato che attende i propri figli al di fuori di essa”.