“Ancora una proroga per il servizio di ristorazione ospedaliera a Serenissima, speriamo almeno che sia l’ultima”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, che ha presentato un’interrogazione a cui è stata data risposta oggi da parte dell’assessore alla salute, Riccardo Riccardi. “Una risposta articolata ma non esaustiva, visto che nulla è stato detto rispetto alle criticità segnalate dai lavoratori in merito alla qualità e alla sicurezza nell’erogazione dei pasti e sull’esito dei sopralluoghi ispettivi”.
“Il servizio di ristorazione ospedaliera presso l’attuale ASUGI è in proroga dal 2011 e oggi siamo venuti a conoscenza del fatto che si continuerà ancora per almeno sei mesi dopo la scadenza prevista del 30 aprile prossimo – sottolinea Ussai -. A marzo l’assessore, rispondendo a un’altra nostra interrogazione, ci aveva detto che il bando, già indetto nel 2017 e successivamente revocato, era in fase di rifinitura e sarebbe stato pronto entro metà aprile, oggi invece è emerso che bisognerà attendere almeno 15 giorni. Non può bastare la giustificazione di Riccardi, secondo cui dopo una decina anni non sarà qualche settimana a fare la differenza…”.
“Tante sono state le segnalazioni da parte di cittadini e operatori rispetto alla scarsa qualità dei cibi, senza dimenticare la relazione dell’Università di Trieste effettuata nel 2018 sugli alimenti serviti nell’ospedale di Cattinara, che ha portato alla luce una situazione particolarmente critica, con cibi caratterizzati da perdita delle proprietà nutritive, sviluppo di composti ossidati e, in alcuni prodotti, da odori sgradevoli” ricorda il consigliere M5S. Prorogare ancora questo servizio appare quantomeno fuori luogo, tanto più che lo stesso assessore, alla luce della qualità del cibo emersa, sulla stampa parlava di ‘fatto molto grave che potrebbero portare alla risoluzione del contratto’, aggiungendo che ‘non esiste andare avanti con proroghe di questo tipo’”.
“Di positivo c’è il recepimento, assicurato dall’assessore, degli standard di maggiore tutela per la ristorazione pediatrica e la rinuncia al lotto unico per il bando. Una soluzione – conclude Ussai – che avrebbe concentrato il servizio nelle mani di un’unica azienda, comportando l’ipotesi di ricorsi. Rimane comunque il rischio di dismissione di cucine funzionanti che garantiscono una buona qualità dei pasti: un’ipotesi che andrebbe in contrasto con la nostra mozione, approvata a dicembre 2020, che puntava proprio alla qualità, senza ragionare soltanto sul massimo risparmio”.