“Fa sempre piacere che alla fine le proposte di buon senso del MoVimento 5 Stelle vengano apprezzate dagli stessi portatori di interesse e dalla Giunta regionale. Veniamo spesso tacciati di essere populisti, incompetenti, senza conoscenza del territorio e senza visione futura, salvo poi fare ammenda e andare nella nostra direzione”. Lo affermano i consiglieri regionali M5S Cristian Sergo e Mauro Capozzella, commentando gli scenari relativi alle associazioni degli industriali e alle Camere di commercio del Friuli Venezia Giulia.
“D’altronde, non possiamo davvero credere che il futuro di questa regione veda unite Unindustria di Trieste, Pordenone e Gorizia da una parte e Udine isolata dall’altra, con il rischio di perdere tempo con una serie di passaggi, seppure propedeutici all’obiettivo di un ente unitario – sostengono i due consiglieri regionali -. Allo stesso modo crediamo sia necessaria una sola Camera di Commercio in Fvg: lo abbiamo sempre sostenuto e abbiamo anche chiesto con forza che la questione venisse affrontata nella Commissione Paritetica Stato – Regione durante l’audizione consiliare di febbraio. Tornare alle quattro piccole realtà provinciali è un’assurdità dettata solo da convenienze politiche e necessità di spartire poltrone”.
“L’ente unico, sia esso la Camera di commercio o l’associazione di categoria, è fondamentale per superare quel provincialismo che ha messo un freno a questa Regione, evitando che le diverse e specifiche caratteristiche dei nostri territori potessero dare vita ad un unicum straordinario, invece che a tante piccole diverse realtà che spesso e volentieri non si sono parlate tra loro” aggiungono Capozzella e Sergo.
“Ne è valido esempio l’appello alla realizzazione di maggiori infrastrutture. Rimaniamo aperti e disponibili a spiegare a tutti gli industriali della Regione che non è spendendo miliardi in faraoniche grandi opere che si risolvono i nostri problemi – concludono i due esponenti M5S -. La competitività delle nostre imprese aumenta eliminando balzelli burocratici e abbassando le tasse che, purtroppo, negli anni passati sono servite a pagare cattedrali nel deserto e chilometri di binari totalmente inutili. L’assenza di una visione infrastrutturale complessiva non ci ha permesso di realizzare ciò che è davvero utile agli industriali e ai nostri cittadini, ovvero la velocizzazione della linea di cui si parla invano ormai da 30 anni, ma solo ciò che serve alle imprese che poi si aggiudicano gli appalti”.