“Fin dal momento in cui abbiamo depositato la proposta di legge antimafia, prevedendo l’istituzione dell’Osservatorio, abbiamo voluto ribadire il concetto che se il Friuli Venezia Giulia può dirsi terra in cui il radicamento delle mafie non sarà profondo come altrove ma c’è e i beni confiscati ne sono una prova, è nostro compito fare in modo che questo radicamento superficiale rimanga tale”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, nel giorno del convegno in cui è stato presentato il manuale “Il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità”.
“Fa piacere che quanto avevamo previsto nel 2014, ovvero il coinvolgimento dei giovani, si sia concretizzato con i premi di laurea previsti dalla nostra legge e con la collaborazione attiva degli studenti dei nostri atenei nella stesura del vademecum” sottolinea l’esponente pentastellato
“È proprio attraverso la divulgazione delle informazioni e l’educazione delle giovani generazioni che si possono sconfiggere le mafie. Non a caso – rimarca Sergo – abbiamo voluto chiudere la relazione della nostra proposta citando Paolo Borsellino: ‘La lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità’”.
“La nostra legge – conclude il consigliere M5S – prevedeva che la Regione eroghi risorse per il corretto riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ma dal 2018 sono stati stanziati i soldi necessari a questo scopo solo per un Comune. Al momento nella Stabilità di Fedriga non sono previste risorse per il 2023, speriamo che questo convegno faccia capire alla Giunta l’importanza di questo strumento e nei prossimi giorni in aula si implementino i capitoli di spesa per aiutare i nostri enti locali nella corretta destinazione sociale di questi immobili”