“Sarà il mio approccio ideologico, così come definito dal ministro Salvini, a rendermi per nulla entusiasta rispetto a quanto rappresentato nel corso del convegno ‘L’Italia del sì’. L’unica parte condivisibile, secondo la sottoscritta, è stata infatti quella relativa al Codice della strada, volta ad aumentare la sicurezza dei cittadini. Per il resto, faccio convintamente parte del ‘popolo del no'”.
Lo evidenzia in una nota stampa la consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), a margine dell’evento riservato al tema delle infrastrutture, ‘2023-2032: L’Italia dei sì’, ospitato oggi negli spazi della stazione Marittima di Trieste con la presenza, tra gli altri, del vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
“Sono altrettanto convintamente contraria – aggiunge l’esponente pentastellata, facendo riferimento ai progetti e alle cifre oggetto di presentazione – all’abolizione dell’abuso d’ufficio, che si risolve in minori tutele per i cittadini di fronte a situazioni penalmente perseguibili che ora non lo saranno più. Ritengo che, invece, si avvantaggerà chi porta voti, il tutto in nome di una fiducia che viene sconfessata anche da recenti casi di abuso d’ufficio”.
“Siamo senza ombra di dubbio contrari al nucleare – precisa Capozzi – sul quale il popolo italiano si è espresso per ben due volte in maniera negativa. Un nucleare incompatibile con i tempi della transizione ecologica, mentre le più moderne tecnologie, ovvero gli impianti di IV generazione o gli Smr, non sono a tutt’oggi disponibili e non lo saranno ancora per decenni. Inoltre, siamo sempre in attesa di capire dove smaltiremo le scorie vecchie, figuriamoci quelle nuove”.
“Arrivando alle grandi opere della nostra regione, ovvero la velocizzazione della tratta ferroviaria Venezia-Trieste e il nodo di Udine, i fondi portati dal ministro – sottolinea l’esponente del M5S – si risolvono nel gioco delle tre carte: quello che viene messo, infatti, era stato tolto prima da altri capitoli. Nel contratto di programma investimenti di Rfi e Ministero, da quando Salvini è al suo vertice, per queste due opere non è stato invece aggiunto neanche un milione di euro. Sui progetti di potenziamento, infine, la stessa Giunta Fedriga non ha potuto esprimere un parere, tanto risultavano lacunosi. E lo stesso intoppo si verificherà di certo anche per l’ovovia di Trieste che verrà finanziata”.
“Evidentemente, si è portati a nascondere dietro un fantomatico ideologismo – conclude Capozzi – quelle che sono bocciature sonore, non da parte di comitati o di forze politiche di opposizione, ma da parte di enti preposti alla tutela dell’ambiente”.