«Visti i dati allarmanti messi in evidenza dallo studio dell’Arpa di quest’anno e da quello dell’Enel del 2001 “riemerso” di recente, il ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Andrea Orlando deve revocare l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) della centrale termoelettrica di Monfalcone». La richiesta è contenuta in una interrogazione depositata ieri alla Camera dal deputato del MoVimento 5 Stelle Aris Prodani.
«A fronte di una situazione di tale gravità vogliamo sapere quali misure urgenti saranno adottate a salvaguardia della salute dei lavoratori e della popolazione locale – afferma Prodani che, inoltre, chiede al Ministero se fosse al corrente dello studio lichenico di condotto dall’Enel nel lontano 2001. «Uno studio – aggiunge – che pare essere stato inviato ai diversi ministeri già a suo tempo».
«Secondo i tecnici dell’Arpa l’origine delle alterazioni ambientali registrate a Monfalcone – ricorda il deputato M5S – è legata alle emissioni della centrale a carbone del Gruppo A2A, ubicata lungo la sponda orientale del Canale Valentinis su di un’area di circa 20 ettari e costituita da quattro gruppi termoelettrici indipendenti con potenza complessiva di 976 megawatt».
«La gravità dell’inquinamento presente a Monfalcone è testimoniato dal fatto che le rilevazioni dell’Arpa si riferiscono solo ad alcuni parametri – anidride solforosa, ossidi di azoto, monossido di carbonio, polveri – mentre “scarseggiano le informazioni su molti inquinanti come i metalli”, che sicuramente sono presenti e su cui non si hanno dati recenti specifici».
«La situazione ambientale del nostro territorio è grave – ribadisce la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo -. Nei pressi della centrale di Monfalcone, in uno studio di ARPA sono stati rilevati valori altissimi di bario e cadmio. Ricordo che il cadmio è un derivato dalla lavorazione del carbone, tossico per le piante e per gli animali ed è altamente cancerogeno».
«Monfalcone ha già pagato un caro prezzo sia in termini ambientali che di vite umane – continua la portavoce M5S ricordando il recentissimo processo sull’amianto in città – è necessario correre ai ripari e non scaricare responsabilità con i soliti rimpalli».
«Chi era a conoscenza di questi dati non ha fatto nulla per proteggere la salute delle persone. Questa è una cosa molto, molto grave. Mi auspico – conclude Dal Zovo – che il Ministero dia al più presto un segnale forte alla Regione. È ora di agire, una volta tanto, per il bene dei cittadini».