Quanto riportato oggi dalla stampa sull’inquinamento del territorio circostante la centrale elettrica di Monfalcone è a dir poco scandaloso. Ora il Comune di Monfalcone e quelli limitrofi devono istituire subito una commissione di inchiesta per trovare i colpevoli di questa gravissima omissione.
Non si può accettare che uno studio di questa portata venga dimenticato in un cassetto per ben 12 anni. In un primo momento abbiamo pensato che le goffe prese di distanza e le ammissioni di non conoscenza dei fatti da parte di alcuni politici fossero strettamente collegate alle ipotesi – più che fondate – di inadeguatezza della classe politica dell’epoca. Ora invece, dopo aver scoperto che in quegli anni nel Monfalconese la maggioranza di allora faceva circolare un volantino con gli stessi dati dello studio di “bioaccumulo lichenico” commissionato dall’Enel, diventa molto forte il sospetto che l’esclusione dall’Aia di questi risultati fosse, colpevolmente, voluto.
Ancora una volta c’è chi scherza sulla pelle delle persone. Qui stiamo parlando di inquinamento provocato da metalli pesanti e altamente pericolosi. Il sindaco di Monfalcone, primo tutore della salute dei cittadini, non può certo rimanere indifferente davanti a uno scandalo di simile portata. A questo punto – se i dati saranno confermati – bisogna rivedere l’Aia e la Via della centrale e attivarsi subito per arginare questo disastro ambientale. In Regione metteremo in atto tutte le azioni possibili per dare un volto ai responsabili di questa nefandezza.