“Non ci sono per niente bastate le integrazioni di A2A per il progetto di centrale turbogas di Monfalcone. Contrari eravamo prima e contrari lo siamo ancora”. Lo rimarca la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, che ribadisce “i numerosi aspetti che preoccupano”.
“Il primo è certamente la ricaduta degli inquinanti, ma non solo – continua Dal Zovo -. Abbiamo inviato la nostra memoria con le osservazioni sul progetto per mettere in luce alcuni problemi che non sono certamente stati trattati e non hanno ricevuto risposte dal proponente. Soprattutto ci preoccupa il fattore legato ai NOx e alla ricaduta che questi potrebbero avere sulla popolazione a centrale funzionante a ciclo combinato, con preoccupanti emissioni di inquinanti sulla popolazione locale. Inoltre, guardando le integrazioni dei proponenti, ci preoccupano molto le dimensioni di ricaduta degli inquinanti, alcuni dei quali arriveranno fino in Slovenia ed è per questo che abbiamo chiesto anche alle associazioni della vicina Repubblica di muoversi in tal senso”.
“Alla base c’è comunque la contrarietà alla realizzazione di una centrale del genere per diversi motivi – afferma l’esponente M5S -. Il primo è certamente legato al fatto che una centrale a gas c’è già nella nostra regione e funziona a singhiozzo da sempre, ed è quella di Torviscosa. Il secondo è legato ad un discorso più ampio, legato soprattutto al fatto che il Monfalconese ha già dato troppo quanto a presenza di imprese impattanti, soprattutto in termini di amianto. Non possiamo proprio pensare che, nel 2021, si candidi una regione al green new deal mentre ancora si parla di fonti fossili, quali il gas. Sarebbe inoltre necessario avere un chiaro e serrato piano cronologico di dismissione e bonifica delle linee a carbone, e nel contempo manca un’assicurazione sulla percentuale di funzionamento a ciclo aperto, più inquinante rispetto al combinato”.
“E tutto questo lo si fa con il giochino dell’idrogeno in futuro. Ma diciamolo chiaro, qui l’idrogeno non c’entra proprio nulla. A tutto questo – conclude Dal Zovo – sommiamo il discorso legato all’allacciamento alla rete del gas, che prevede un tracciato che passa sopra al Parco del Carso o sopra un biotopo e questo, come detto più volte, non può essere tollerato. La tutela della biodiversità, del patrimonio naturale deve essere al primo punto di ogni politica e di ogni azione. Ma il proponente, con ogni probabilità, mira alle prossime aste di capacity market prossime, e non mette certo in primo piano l’ambiente”.