“Abbiamo posto due volte la stessa domanda senza ottenere risposta: quante risorse sono state pagate dal gestore della centrale di Somplago per mitigare quelli che vengono definiti dal CNR profondi mutamenti nelle condizioni ambientali del lago causati dalla costruzione della centrale idroelettrica di Somplago? Domanda posta in Commissione, durante l’audizione sul ‘Laboratorio lago dei tre Comuni’, ma a cui non ci è stata fornita risposta”. Lo dichiara il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.
“Un interrogativo che nasce dai rilievi geologici e geofisici del fondale, che secondo il CNR, hanno attestato una riduzione della temperatura delle acque – sottolinea Sergo –, ma anche una variazione consistente della qualità e della quantità degli apporti sedimentari, criticità ambientali legate alle oscillazioni del livello con erosione delle rive e il depauperamento della fauna ittica. I canoni introitati dovrebbero contribuire al ripristino dell’ambiente, ma in questo caso viene da chiedersi cosa sia stato fatto e da chi in tutti questi anni, o se ci si sia limitati a cercare possibili soluzioni da far ricadere sul futuro gestore, che grazie alla legge sulle grandi derivazioni idroelettriche voluta dal MoVimento 5 Stelle vedrà la partecipazione della Regione. A pagare saranno come sempre i cittadini e a prendere i benefici i privati”.
“Abbiamo chiesto anche perché i 50 mila euro stanziati dal 2019 per pagare l’esperto designato dalla regione al tavolo tecnico, denominato ‘Laboratorio lago dei tre Comuni’, risultino ancora a disposizione dell’amministrazione regionale, ma anche qui non c’è stata data risposta. Infine, rimaniamo stupiti della presentazione di una mozione a sola firma del consigliere della Lega Mazzolini, che chiede il ripristino della naturalità del lago – spiega il consigliere M5S -, cosa che si dovrebbe fare da almeno tre anni anche grazie alle leggi regionali votate a sua insaputa, quasi a voler a dimostrare che quanto fatto finora dalla Regione sia del tutto insufficiente ma, cosa ben più grave, a voler dimostrare che quanto fatto dai Comuni all’interno del Laboratorio sia insufficiente e che ci debba pensare il presidente Fedriga in persona”.
“Come in altre realtà della nostra regione, anche per quanto riguarda quest’area siamo di fronte a un problema di sostenibilità dei singoli impianti rispetto ai territori in cui si insediano o si ampliano impianti industriali. Questo vale anche per il Comune di Cavazzo, visto il progetto di Siot per un impianto a gas. Le linee guida ministeriali del 2015 consentirebbero alle Regioni la valutazione del cumulo degli impatti ambientali in aree già fortemente impattate – conclude Sergo -, qui dopo sette anni e svariati annunci, attendiamo ancora il recepimento di quanto prevede la norma nazionale”.