«Se quanto afferma Telesca corrispondesse al vero, non ci sarebbe stato bisogno di un assessore alla Sanità. Sarebbe bastato un semplice segretario per fare una fotografia del numero dei parti degli anni 2013 e 2014 e poi decidere di conseguenza. L’assessore per comunicare la decisione sul punto nascita di Latisana (anche se continua ad affermare che la scelta non sia stata ancora presa) si rifà all’accordo Stato-Regioni del 2010 e in maniera del tutto demagogica sostiene che la scelta definitiva sarà presa per salvaguardare l’incolumità di mamme e bambini. Tutto questo dopo che lei stessa ha dichiarato in Consiglio regionale che presso tutta l’ex ASS 5 Bassa Friulana si sono registrati in questi anni “tassi di mortalità infantile estremamente bassi, inferiori alla media nazionale”. A noi il compito di aggiungere che sono tra i più bassi di tutta Italia!».
«Ricordiamo ai cittadini che, come M5S, abbiamo preso una posizione chiara sulla vicenda del Punto nascita di Latisana solo perché ci siamo resi conto che era in atto una presa in giro da parte della politica regionale nei confronti dell’intera popolazione del FVG. Non veniva applicato, infatti, nella sostanza ciò che la giunta Serracchiani aveva sbandierato nei principi ispiratori della riforma: equità nell’accessibilità ai servizi per tutti i cittadini del Friuli. Questo è quello che accadrà se chiuderà Latisana e rimarranno aperti 3 punti nascita a distanza di poco più di 20 km ovvero Udine, Monfalcone e Palmanova. Alla fine queste scelte di politica sanitaria saranno fatte sulla base della dislocazione geografica dei comuni guidati da sindaci del Partito democratico!».
«Sui punti nascita l’assessore negli ultimi due anni ha più volte trovato il modo di sottolineare che la decisione finale non sarebbe stata fatta basandosi esclusivamente sul numero dei parti! In poche parole esattamente l’opposto di quanto da lei dichiarato nel comunicato stampa inviato nelle ultime ore. Le valutazioni sui flussi dei parti, tante volte sbandierate alla stampa, in riunioni ufficiali, durante le sedute del Consiglio regionale e in quelle dei Comuni (ne conserviamo le prove!), sin dai primi giorni dopo la chiusura di Gorizia e con il punto nascita di Portogruaro ancora aperto, non sono mai state tenute nella giusta considerazione da parte dell’esecutivo regionale. I numeri parlano chiaro: le donne incinte si sono spostate da Gorizia solo su Monfalcone e da Portogruaro solo su Latisana con il risultato che gli unici punti nascita in FVG ad avere aumentato in maniera significativa i parti nel 2015 sono stati Latisana (+10%) e Monfalcone (+15%)».
«A fine maggio anche il Consiglio regionale aveva richiesto, votando una mozione, un periodo di tempo congruo per valutare questi flussi. Flussi che evidentemente sono cambiati. A questo punto chiediamo formalmente che, oltre a pubblicare ufficialmente il numero dei parti di tutti i punti nascita del FVG come viene fatto ogni anno ai primi di gennaio, vengano ufficialmente presi in considerazione i relativi confronti con gli anni precedenti. Noi del MoVimento 5 Stelle nutriamo, infatti, il forte sospetto che questi raffronti non vengano fatti perché dimostrerebbero che la Regione vuole tenere nascosto l’andamento reale. L’obiettivo è di chiudere in fretta il Punto nascita di Latisana dove anche a gennaio 2016 le pazienti continuano a rivolgersi nonostante i continui messaggi di chiusura. Pare infatti che dal 1° gennaio ad oggi siano già quasi 22 i bambini nati a Latisana, e guarda caso in numero superiore a quanto registrato a Palmanova. È ovvio che l’assessore, se dovesse mantenere fede a quanto dichiarato in questi due anni, dovrebbe attivarsi per mantenere aperto il Punto nascita di Latisana».
«”Incredibilmente” e contro ogni aspettativa dello stesso assessore infatti, numerose donne continuano ad andare a partorire a Latisana, continuano ad affollare i corsi di preparazione al parto, nonostante le dichiarazioni diffamatorie del sindaco di Palmanova sulla sicurezza della struttura (fatte ai consiglieri regionali e alla stampa), nonostante la presa di posizione assolutamente pro-Palmanova del direttore generale dell’AAS 2 Pilati con affermazioni (su cui sono in corso verifiche e richieste agli atti) verosimilmente non reali sui costi economici della ristrutturazione del Punto nascita di Palmanova che attualmente non risponderebbe agli standard strutturali delle normative vigenti e nonostante le notizie di chiusura certa comunicate alla popolazione da quasi 2 mesi.Nonostante tutto ciò i parti a Latisana sono stati quasi 450 con un trend assolutamente predittivo di almeno 600 parti nei prossimi 12 mesi. È forse proprio per questo la presidente Serracchiani ha voluto accelerare le sue scelte, ci chiediamo, dopo le dichiarazioni sulla stampa di pochi giorni fa, se abbia già provato a proporre la convenzione con il Veneto per far partorire a Latisana le mamme di Portogruaro e perché non si possa attuare un integrazione dei professionisti dell’unico presidio ospedaliero di Latisana e Palmanova per ovviare al problema della scarsa numerosità dei parti, al pari di quello che avviene per il presidio ospedaliero unico di Tolmezzo e San Daniele che registra un numero di parti simile ma addirittura con un organico superiore».
«Che la presidente, spalleggiata dall’assessore Telesca, decida pure di chiudere i punto nascita che registrano meno di 500 parti, come dovrebbe avvenire a Latisana, ma se si parla di sicurezza e incolumità di mamme e bambini, è giusto tenere conto i rischi, non evitabili, legati al trasporti dei bambini verso altri ospedali su mezzi senza pediatra a bordo e con il problema dei lavori della terza corsia che stanno per iniziare. Problemi, segnalati anche da tecnici qualificati, connessi alla contemporanea chiusura del reparto di pediatria di Latisana che da sempre ogni anno tratta migliaia di prestazioni pediatriche urgenti».