“In merito ai lavori da farsi sul fiume Torre, Scoccimarro fa confusione, ma minaccia denunce?”. Lo afferma il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo, dopo la risposta dell’assessore alla sua interrogazione sul perché i lavori sul Torre, che avrebbero dovuto essere conclusi nel 2016, siano attualmente fermi e quando riprenderanno.
“Nella sua risposta – spiega Sergo – l’assessore ha confermato i dubbi dei comitati circa la scarsa conoscenza della situazione in essere. Abbiamo chiesto a Scoccimarro se, a distanza di dieci anni dal parere favorevole della commissione tecnica per la Valutazione di impatto ambiente al progetto presentato dalla società SALIT, l’alveo del fiume si fosse modificato, o se le condizioni fossero ancora tali da permettere i lavori iniziati nel 2020. La risposta ha confermato che anche gli uffici della Regione, alla luce delle probabili le modifiche nel corso d’acqua, abbiano ritenuto che fosse opportuno avviare un secondo screening di VIA e che lo stesso si sarebbe concluso nel luglio 2020”.
“Peccato che quello screening nulla abbia a che vedere con i lavori in alveo e di riqualificazione idraulica, ma solo con una modifica alla viabilità di accesso – aggiunge il capogruppo M5S – come confermato dai Sevizi della Regione intervenuti nella procedura. Infatti, lo stesso proponente della modifica, il Consorzio Inerti Friulani e non la società SALIT, nelle carte della procedura ammette che i lavori in alveo sono iniziati nel gennaio 2020, sei mesi prima del rilascio del ‘secondo’ parere favorevole della Regione”.
“Circa il blocco dei lavori, l’assessore ha ricordato che durante i rilievi per i lavori del secondo lotto ci sono stati i tagli di alberi da cui sono sorte le contestazioni dei comitati, aggiungendo che alcune modifiche all’intervento sono state indotte proprio a seguito delle proteste, ma anche che tuttora non è stato rilasciato il disciplinare di concessione per il prelievo del materiale litoide. L’assessore conclude con un laconico invito: ‘chiunque ritenga siano stati commessi illeciti si rechi in Procura, come farà la Regione se si verificheranno danni da piena’. Ma chi vorrebbe denunciare la Regione? – conclude Sergo – Di chi sarebbe esattamente la colpa di lavori approvati nel 2012 e iniziati solo nel 2020 senza, tra l’altro, una ulteriore verifica del cambiamento delle condizioni del fiume?”.