“Il via libera della Giunta Fedriga al disegno di legge elettorale per i nostri Comuni non ci piace, sia perché le regole del gioco dovrebbero scriverle con un lavoro condiviso tutte le forze politiche e non essere il frutto del solo potere esecutivo, sia perché non permette ai cittadini di scegliersi da chi farsi governare, decretando, che la minoranza diventi maggioranza”.
A dirlo in una nota è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi, a cui si unisce la Capogruppo M5S in Commissione Affari costituzionali del Senato, Alessandra Maiorino.
“Abbassare al 40% la soglia per l’elezione al primo turno dei sindaci nei Comuni sopra i 15mila abitanti, fintanto che l’astensione alle urne è così elevata – prosegue la Capozzi -, determinerà una instabilità amministrativa, perché qualsiasi decisione presa da chi governa non sarà sostenuta dalla maggioranza dei cittadini. Sarebbe auspicabile che i proponenti ammettessero che il caso Udine scotta ancora e che, prima di perdere ulteriori Comuni importanti, vogliano correre al riparo”.
“Così come restiamo convinte nel limite al secondo mandato per una nostra stessa regola interna, la politica deve essere intesa come servizio, non come professione – si evidenzia nella nota -, la ratio della limitazione a 10 anni di potere è dettata dalla volontà di limitare gli eccessi di potere rappresentando una autodifesa della democrazia, e questo vale tanto per i sindaci quanto per i governatori”.
“Intervenire sulla legge elettorale dovrebbe esser prioritario solo se attaccasse il vero nemico della democrazia in questo momento, l’astensione, ma norme come queste rischiano di aumentarlo. Il messaggio che passa – conclude la Capozzi – è che la politica rimane concentrata su se stessa, preoccupandosi solo di garantirsi poltrone e consolidare quelle che ha”.