A giugno 2015 il Gruppo Sinistra Ecologia Libertà in Consiglio regionale ha depositato una proposta di legge sui beni comuni, che voleva “creare un rapporto diretto tra operatori dell’economia solidale e istituzioni: un doveroso riconoscimento istituzionale – sosteneva allora il primo firmatario Gratton – ad una realtà sempre più attiva sui territori e nelle comunità”. Una legge identica a quella proposta dal Forum per i Beni comuni del FVG con cui, dall’inizio della legislatura, avevano fatto un percorso condiviso più Consiglieri regionali appratenti a diversi schieramenti politici (M5S, Pd, Sel). Nonostante questo la legge fu presentata allora in beata solitudine da Sel, senza condividerla con gli altri consiglieri regionali, probabilmente solo per farsi belli con il Forum per i Beni comuni e l’Economia solidale del Friuli Venezia Giulia.
Sono trascorsi più di 8 mesi e purtroppo la legge depositata da Gratton giace ancora in qualche cassetto. L’aspetto tanto curioso quanto incredibile sta nel fatto che le sorti della legge sui beni comuni sta nelle mani dello stesso Gratton, presidente della II Commissione consiliare, che non ha ancora calendarizzato la discussione di questo testo. Perché? Non è dato sapere…
Intanto Gratton, spinge a parole la ricostituzione della filiera della canapa e si rende disponibile a partecipare a convegni sulla canapa industriale, ma si dimentica casualmente di calendarizzare la nostra proposta di legge, che chiede proprio questo.
Allo stesso tempo, pur stando sotto la bandiera di Sinistra Ecologia Libertà, il Capogruppo in Regione Giulio Lauri propone e si fa approvare emendamenti che tolgono la salvaguardia dai bacini idrografici di estensione minore, vota contro la chiusura dell’area a caldo della Ferriera di Servola (mentre i loro colleghi di partito nel Consiglio comunale di Trieste sono favorevoli), firma e sostiene la proposta di legge sull’Organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, nonostante le perplessità manifestate dei rappresentanti nazionali di Sel, le forti preoccupazioni di circa quaranta sindaci della nostra Regione e l’inequivocabile volontà espressa dai cittadini con il Referendum del 2011 dove chiedevano la gestione dell’acqua come bene comune.
Basta con questa ipocrisia. Per Lauri e Gratton è ora di scivolare una volta per tutte dentro il Partito democratico!