I Gruppi di opposizione hanno abbandonato i lavori della III Commissione sulla proposta di legge in materia di violenza. “Dal Comitato ristretto – ha spiegato in conferenza stampa la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo – è uscito un testo, votato all’unanimità, per il contrasto a ogni forma di violenza e discriminazione, nei confronti delle donne ma anche dettati da orientamento sessuale e identità di genere. Oggi ci siamo trovati di fronte a emendamenti della Lega, e sottoscritti anche da Fratelli d’Italia, che ci hanno lasciati basiti”.
“Vengono infatti tolti i riferimenti proprio all’orientamento sessuale e all’identità di genere, stravolgendo un testo che la stessa maggioranza aveva votato, tralasciando la qualità di una norma in cui si parla di atti violenti ‘perpetuati’ e non ‘perpetrati’… – ha aggiunto Dal Zovo -. Non potevamo rimanere a votare una proposta di legge che fa marcia indietro sul tema dei diritti e fa emergere la vera natura della maggioranza”. Secondo il consigliere regionale pentastellato Andrea Ussai, “si svilisce il lavoro svolto anche con le associazioni e i soggetti che hanno preso parte alle audizioni. Ci chiediamo dove fossero i consiglieri di Lega e Fratelli d’Italia durante il comitato ristretto e quale sia il loro reale contributo, visto che sottostanno ai diktat che arrivano dall’alto, distruggendo con una mera azione politica il clima costruttivo e collaborativo che si era creato”.
“Sulla scia delle posizioni anti ddl Zan – ha affermato Mariagrazia Santoro, consigliera del PD -, la Lega marchia la norma con il suo furore ideologico, introducendo contenuti che non sono frutto di confronto. Dopo un’ampia condivisione all’interno del comitato ristretto, dove sono stati raccolti anche i contributi di enti e associazioni che operano in quest’ambito, i consiglieri leghisti, ignorando ogni accordo, mirano alla soppressione dell’identità di genere eliminando ogni riferimento nel testo di legge. Un’inaccettabile barbarie sulla quale è anche mancata una necessaria presa di posizione dell’assessore che di una questione così delicata se n’è lavato le mani, delegando tutto alla furia ideologica leghista”. Per l’esponente democratico Roberto Cosolini, “è un atto pesantissimo sul piano politico, che indebolisce il significato di questa proposta di legge per rispondere alle allergie di Lega e Fratelli d’Italia su certi temi”.
Furio Honsell (Open Sinistra FVG) ha espresso “sconcerto per un atto di vera e proprio violenza legislativa, imperdonabile visto il tema che si sta affrontando. La ‘ripulitura’ della legge, voluta dall’alto, toglie molti aspetti indispensabili: poteva essere un’occasione per un passo avanti verso i diritti delle persone, assistiamo invece a un passaggio di censura da parte di una maggioranza incapace di mantenere una linea e con una frattura interna tra chi vuole costruire una società migliore e chi preferisce un lessico da età delle caverne, proponendo concetti quali l’origine etnica”. Per il consigliere del Gruppo Misto, Walter Zalukar, “il metodo è inaccettabile e ricalca una guida della III Commissione attenta a non disturbare il manovratore piuttosto che a risolvere i problemi. Nell’opacità non si progredisce ed è una condizione molto preoccupante”.
Di “atteggiamento di vergognosa censura” parla anche l’esponente dei Cittadini, Simona Liguori. “La paura di temi quali l’orientamento sessuale e l’identità di genere mina la laicità delle istituzioni. Ed è assordante l’assenza dell’assessore Riccardi, sempre presente alle riunioni della III Commissione, che questa volta ha preferito togliersi da una situazione imbarazzante”.