Questa Legge di Stabilità sarebbe l’ultima occasione credibile di dimostrare le priorità di questa amministrazione nonché le scelte di sviluppo futuro sul medio/lungo periodo. Tutto ciò che verrà fatto nelle manovre restanti della legislatura sarà inevitabilmente influenzato da logiche elettorali.
Ricordo altisonanti strali di inizio legislatura:
“Possiamo scegliere se iniziare a progettare il nostro futuro o, consapevolmente, rimetterci in cammino sulle strade del passato, rammentando a noi tutti che fuori dalle stanze dei bottoni c’è una regione reale che chiede provvedimenti efficaci per affrontare le emergenze.”
Mi spiace dire che troppe strade ottuse del passato si sono mantenute e troppe scelte nuove si stanno rivelando completamente inefficaci ad affrontare le emergenze.
Le priorità espresse a parole a suo tempo da questa giunta non coincidono con le priorità degli investimenti realizzati in questi anni.
Come abbiamo ripetuto costantemente, per progettare il futuro di un Paese non si può prescindere dagli investimenti nel settore dell’istruzione: Un Paese che non investe nella scuola pubblica, nell’università pubblica, nella libera ricerca, nel diritto allo studio, un Paese che soprattutto non investe nei giovani, che sono il presente e il futuro, non solo non ha crescita, ma non ha futuro.
Nel discorso di insediamento della Presidente Serracchiani mancava qualunque cenno all’istruzione e forse, a questo punto, non era solo un caso.
Niente più dell’ordinario è stato fatto (e non parlo di edilizia scolastica, per la quale riconosco lo sforzo, ma visto che parliamo di incolumità dei nostri figli, ci mancherebbe anche che ci si giri dall’altra parte!!), le strade discutibili intraprese dal passato si sono mantenute (vedi l’incredibile tipicità, unica in Italia, delle anticipazioni di cassa alle sole scuole paritarie, evidente discriminazione nei confronti della scuola pubblica) e lontani sono gli investimenti che ci porterebbero ad un livello concorrenziale rispetto al resto del Mondo. L’Italia continua ad essere fanalino di coda per gli investimenti su scuola, università e ricerca, secondo l’ultimo rapporto Ocse, e la regione non si distingue per particolare attenzione a questo settore.
Per non parlare dell’occasione storica completamente fallita (e non mi riferisco alla riforma costituzionale): una Presidente di Regione che è anche vice-segretaria nazionale del partito al Governo, e che ha sempre vantato questa congiuntura come assolutamente favorevole e vantaggioso per la nostra piccola regione, avrebbe potuto come minimo portare a casa da tempo le competenze sull’istruzione, in modo da poter garantire un futuro veramente speciale alla nostra scuola.
Sempre a proposito di finte priorità, devo assolutamente ricordare queste altre parole che andrebbero scolpite su pietra: “il diritto ad un ambiente salubre diventerà una delle priorità improrogabili della nostra sanità pubblica.” E ancora:
– ridurre l’esposizione della popolazione agli agenti cancerogeni, mutageni e teratogeni, con particolare riferimento alla protezione dei soggetti più vulnerabili e suscettibili;
– abbassare nel medio periodo i costi sociali pro-capite con misure di prevenzione delle malattie;
Dicevate testualmente che:
“Il territorio non è un asino su cui caricare indistintamente e arbitrariamente di tutto, com’è avvenuto per decenni. Il territorio e le comunità che vi abitano e operano meritano tutta la nostra attenzione e cura. Il governo del territorio sarà leva essenziale che, con gli strumenti di preservazione e buon uso e gestione delle risorse, permetterà di individuare le responsabilità istituzionali, alle diverse scale, chiamate ad assumere decisioni e ad approvare progetti. Al fine di costruire la governance per lo sviluppo sostenibile, intendiamo utilizzare la conoscenza che risiede nella dimensione pubblica e privata, nelle sedi accademiche e di ricerca come nelle professioni e aziende, e avvalerci della diretta partecipazione e il protagonismo dei cittadini e di ogni forma associativa e di rappresentanza.” (Il famoso comitatismo che adesso si guarda con ribrezzo)
Ecco sulla prevenzione primaria, sulla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini che ci vivono, non solo potevate, ma DOVEVATE fare di più.
Spero abbiate capito cosa è emerso qualche giorno fa dall’ultimo studio di biomonitoraggio e tossicità degli inquinanti presenti nel territorio di Taranto effettuato dall’Istituto Superiore di Sanità, perchè porta intrinsecamente addosso un giudizio tombale sulle politiche adottate dai governi nazionali e regionali degli ultimi anni.
E se non l’avete capito ve lo riassumo io. Perchè Taranto non è un posto su Marte e il FVG non è una regione a tutela ambientale speciale.
Le nano-particelle di PM1,0 risulterebbero essere ancora più nocive del PM10 e PM2,5 (e faccio presente che nella nostra regione già non vengono adeguatamente monitorate le pm2,5… delle pm1,0 nessuno si preoccupa minimamente).
A proposito di diossine e pcb (rilevati oltre i limiti anche in diverse zone della nostra regione e sulla cui presenza più di qualcuno minimizza gli effetti), le giovani donne tarantine con endometriosi hanno aumentate concentrazioni di diossine e PCB rispetto al gruppo di controllo e il rischio di endometriosi è maggiore nelle donne con le concentrazioni maggiori di queste sostanze nel sangue.
Nei bambini presupposti “sani” che vivono nelle aree maggiormente esposte rispetto a quelli che vivono più lontano dall’impianto, si evidenzia la riduzione dei livelli intellettivi, deficit di ascolto e cognitivi, autismo e disturbi comportamentali quali: ansia, depressione, stress, indipendentemente da fattori socio-economici e culturali.
Aggiungo: il particolato ultrafine generato da qualunque impianto industriale che funzioni a combustione è in grado di superare tutte le barriere dell’organismo compresa la placenta, la barriera emato-encefalica, le membrane cellulari e nucleari. E’ capace di interferire con tutti i sistemi ormonali e con il metabolismo, di alterare l’espressione genica e di creare danni in questa generazione e in quelle future. Nonostante questo sia ormai scientificamente chiaro, c’è ancora qualcuno pronto a sostenere che produrre emissioni inquinanti a breve distanza da abitazioni e scuole non generi alcun problema.
Come lapidariamente affermato da uno dei medici che si battono per l’ambiente: “a Taranto sono morte ormai da tempo non solo la salute ma anche l’etica, la morale e la politica.”
Non mi pare che nel nostro piccolo ci si stia dimostrando molto diversi.
Se la politica, nell’accezione più nobile del termine, non riesce a garantire quantomeno i diritti umani primari quali accesso all’acqua (pubblica e pulita), cibo sano, aria respirabile e ambiente di vita salubre, allora io credo che la politica abbia fallito miseramente.