“La questione sollevata dall’organizzazione del Trieste Running Festival è reale, il modo di affrontarlo probabilmente non è quello più giusto”. Il Gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale commenta così la scelta del presidente della Associazione podistica dilettanstica Miramar, Fabio Carini, di non ingaggiare per la mezza maratona di domenica prossima atleti africani.
“I manager senza scrupoli nello sport non sono purtroppo una novità, e non solo nel mondo del podismo, e un’azione per isolarli sarebbe auspicabile da parte di tutti. Ci chiediamo però – aggiungono i consiglieri Ilaria Dal Zovo, Andrea Ussai, Cristian Sergo e Mauro Capozzella – se non abbia più senso agire direttamente contro i manager che sfruttano gli atleti, senza farne una questione di provenienza dei runner. Risulta difficile credere che tutti i maratoneti africani siano rappresentati da personaggi di questo genere, così come non tutti gli europei avranno manager integerrimi”.
“A nostro parere, se davvero si voleva lanciare un messaggio etico, sarebbe stato più opportuno eliminare ingaggi di qualsiasi tipo (europei, africani o qualsiasi sia la provenienza, come peraltro accaduto a Lucca) o quantomeno prevederli soltanto per atleti che hanno alle loro spalle manager che si comportano in maniera corretta” sostengono gli esponenti pentastellati.
“L’uscita dell’organizzatore del Trieste Running Festival – concludono i consiglieri M5S – è apparsa volutamente provocatoria nei modi: la sensazione è che, sollevando un problema che esiste, si sia voluto strizzare l’occhio a una parte politica che peraltro era presente in massa alla conferenza stampa di ieri. La provocazione però ha portato ancora una volta Trieste e il Friuli Venezia Giulia agli onori della cronaca per motivi non troppo edificanti”.