L’assessore regionale alla Salute Telesca ha confermato lo scorso 17 maggio in III Commissione consiliare l’imminente revisione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta), approvato dalla giunta Serracchiani nel 2014 in tema di trattamento intravitreale delle malattie retiniche, in particolare le maculopatie legate all’età o a determinate patologie croniche.
Strumento creato per rispondere alle necessità diagnostico-terapeutiche dei pazienti al fine di assicurare la diagnosi tempestiva, l’accesso alle terapie farmacologiche anche innovative e un’appropriata presa in carico dei pazienti, a tutela della qualità e uniformità di cure su tutto il territorio regionale. Cure che in realtà non risultano uniformemente garantite da tutte le Aziende sanitarie del FVG.
La questione era stata sollevata a novembre 2016 dal consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai, con un’interrogazione in materia di diagnosi e cura delle malattie dell’occhio che provocano disabilità visive, fino a provocare in molti casi la cecità se non affrontate in tempi rapidi. “Non sono rari – precisa Ussai – i casi registrati in Regione di pazienti già in cura presso un Ospedale di un’Azienda Sanitaria, costretti a rivolgersi ad altra Azienda per la somministrazione dei farmaci – e con ripetizione degli esami già fatti – o peggio dirottati a istituti e ambulatori privati, con costi proibitivi da sostenere, pena il peggioramento irreversibile della vista”.
L’assessore, nel tranquillizzare in ordine al rispetto dei tempi di attesa da parte delle Aziende per quanto attiene alla prima visita, riconosce che “permangono difficoltà per i successivi cicli di cure in quasi tutte le Aziende” e aggiunge “la situazione di maggior criticità si evidenzia a Udine, sia per il primo trattamento che per i successivi cicli”, e viene giustificata per “problemi organizzativi non ancora risolti e per un particolare setting aziendale”.
“Peccato che la riforma Serracchiani è stata venduta ai cittadini proprio per risolvere e prevenire simili questioni – attacca Ussai -. Non si capisce perché nello stesso Ospedale di Udine i tempi di attesa della Clinica universitaria di oculistica siano il quadruplo (120 giorni) di quelli del Reparto di oculistica (30 giorni) e anche oltre rispetto ai tempi di attesa registrati a Trieste (dove l’attesa media è di 25 giorni). La giunta Serracchiani non ha ancora posto rimedio a questa grave disparità che costringe i pazienti a costosi esodi, anche nelle vicine strutture private”.
“Nell’attesa che diventi operativo il nuovo protocollo del prof. Lanzetta, con il dichiarato obiettivo di migliorare la continuità assistenziale, i pazienti della Clinica oculistica di Udine e del Polo ospedaliero di Palmanova – conclude il consigliere regionale del M5S – dovranno ancora attendere in media 4 mesi il trattamento necessario, salvo continuare a recarsi nelle altre sedi”.