Per tre volte, in poche settimane, nel Maniaghese un’ambulanza è arrivata in ritardo. Tre indizi fanno una prova. È evidente che con la trasformazione del Pronto soccorso di Maniago in Punto di primo Intervento (Ppi) va garantita una maggiore copertura di mezzi in quel territorio.
La riforma sanitaria targata Serracchiani ha riconvertito molti ospedali e strutture di Pronto soccorso, situati anche nella zona pedemontana, in Presidi ospedalieri per la salute e in Punti di primo intervento dove non vengono più garantiti i ricoveri dei pazienti con patologia in fase acuta. Queste persone, infatti, vengono stabilizzate sul posto per poi essere trasportate al Pronto soccorso dell’ospedale di riferimento. È ovvio quindi che, fornendo risposte solo a situazioni di minore criticità e bassa complessità, questa organizzazione comporta un aumento dei trasporti verso gli altri ospedali!
A Maniago è presente un’unica ambulanza adibita sia agli interventi di soccorso che ai trasporti secondari urgenti, sia di giorno che di notte, nemmeno lo sforzo profuso dagli operatori della Centrale operativa del 118 per utilizzare al meglio i mezzi disponibili riesce a garantire i tempi previsti dalla normativa, cioè 8 minuti in area urbana e 20 minuti in aree extraurbane. L’assessore Telesca pertanto deve attivarsi al più presto per analizzare le criticità e ottimizzare la disposizione e l’utilizzo delle ambulanze per evitare che questi disservizi continuino a ripetersi.
Quello di Maniago è un territorio vastissimo dove, inoltre, sono presenti grosse industrie che producono anche di notte. È veramente grave che in questo contesto non sia attivo un Pronto soccorso e che anche la dotazione di mezzi sia carente. Il sindaco di Maniago Carli dovrebbe smetterla di sbandierare ai quattro venti i presunti investimenti nella sanità locale quando poi, alla prova dei fatti, i problemi quotidiani dei cittadini non vengono affatto risolti.
Andrea Ussai e Eleonora Frattolin M5S FVG
Antonio Iracà e Johnny Didon M5S Maniago