Avevamo capito che da parte del senatore Russo ci fosse la volontà di condividere con i cittadini qualsiasi proposta sulla Trieste del futuro. Con questo secondo blitz constatiamo che, a distanza di pochi mesi dallasdemanializzazione e spostamento del punto franco in porto vecchio, questa volontà è venuta meno.
L’incoerenza del Pd non ci sorprende più.
Ci permettiamo di ricordare al senatore che le priorità sono altre.
Per esempio, il porto di Trieste attende da 21 anni che si dia attuazione a quanto prevede la legge 84 sui porti, che all’art.6 comma 12 dice che “È fatta salva la disciplina vigente per i punti franchi compresi nella zona del porto franco di Trieste. Il Ministro dei trasporti e della navigazione, sentita l’Autorità portuale di Trieste, con proprio decreto stabilisce l’organizzazione amministrativa per la gestione di detti punti franchi”.
Un regolamento molto importante, proprio perché come dice Russo, l’attività del porto triestino è per l’80% estero su estero. Ed è un regolamento atteso dagli operatori portuali, che farebbe chiarezza anche sulle norme doganali da applicare, come più volte sottolineato dai rappresentanti degli spedizionieri.
Se l’obiettivo è quello di far rimanere nel bilancio dell’Autorità portuale di Trieste gli introiti delle tasse portuali, è sufficiente scrivere una norma in tal senso, senza andare a percorrere la lunga e tortuosa strada delle fusioni di porti e retroporti.
Paolo Menis
portavoce M5S Consiglio comunale di Trieste
Stefano Patuanelli
portavoce M5S Consiglio comunale di Trieste
Andrea Ussai
portavoce M5S Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia