“L’inasprimento dei requisiti non si pone l’obiettivo di creare migliori condizioni di integrazione sociale dei familiari dei migranti stranieri legalmente residenti in Italia, ma di scoraggiare il ricongiungimento familiare, in chiaro contrasto allo spirito della direttiva europea”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, in merito alla proposta di legge nazionale, approvata dal centrodestra in Commissione
“Viene di fatto raddoppiato il livello di reddito previsto per accedere al ricongiungimento familiare – rimarca Ussai -, aumentato del 50% per ogni familiare da ricongiungere: un aumento sproporzionato e arbitrario. La direttiva europea fa riferimento al reddito o salario minimo, per cui avrebbe senso considerare la soglia di povertà calcolata dall’Istat, che alzerebbe il limite richiesto allineandoci ad altri Paesi europei”.
“La proposta di legge nazionale discussa oggi prevede anche la permanenza di due anni in Italia per fare richiesta di ricongiungimento. Una possibilità prevista dalla direttiva europea ma che 10 Paesi UE non utilizzano – ricorda l’esponente M5S -. Ma è necessario, sempre secondo le regole comunitarie, prevedere delle deroghe per rifugiati, ricercatori, studenti e lavoratori altamente qualificati. Eccezioni che il centrodestra ha dimenticato di inserire, con il rischio da una parte di avere molti contenziosi da affrontare, dall’altra di rendere il nostro tessuto economico e scientifico poco attrattivo”.
“Mentre lo stesso presidente Fedriga parla dell’immigrazione regolare come di una risorsa, la Lega propone una norma che va a penalizzare proprio i migranti legalmente presenti in Italia – conclude il capogruppo M5S, Mauro Capozzella -. Un intervento che non favorisce l’integrazione sociale e lavorativa e che, come sottolineato dallo stesso primo firmatario, Antonio Calligaris, non porterà a nessun rimpatrio”.