“È iniziato a Palermo a maggio, con la sospensione di un’insegnante di lettere che non aveva voluto censurare i propri alunni; un po’ di scalpore mediatico e poi tutto è finito sepolto sotto nuovi e più redditizi episodi di cronaca. Poi l’altro giorno a Monfalcone ecco spuntare di nuovo il germe dell’autoritarismo: la sindaca Cisint decide di affidare al garante per i diritti dell’infanzia e l’adolescenza di Monfalcone il compito di raccogliere i racconti di studenti e genitori su quanto accade in aula, poiché pare che ci siano state iniziative e commenti critici nei confronti della Lega” Sulla questione interviene il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella.
“Episodi apparentemente piccoli, ma di una gravità estrema che se non fermati subito rischiano di distruggere uno Stato di diritto e i fondamenti su cui si basa la nostra democrazia. L’articolo 21 della Costituzione è dedicato alla libertà di manifestazione del pensiero, l’articolo 33 garantisce la libertà di insegnamento. Mi chiedo se ci si renda conto di quali principi siano stati calpestati. asserisce preoccupato Mauro Capozzella – Non mi riferisco solo al regime fascista, ma guardo solo alla storia recente, all’epurazione degli insegnanti in Turchia dove, solo nel 2016, 2.100 licenze di insegnanti furono revocate perché contrarie alla politica di Erdogan. È diventato questo il mio Paese? Se sì va fatta una profonda riflessione”.
“Non posso credere che una donna di cultura e che ha sempre dimostrato profondo rispetto per l’istituzione scolastica e il corpo insegnante come l’assessore Rosolen sia d’accordo, né che il presidente Fedriga e la sua Giunta non siano profondamente imbarazzati. È per questo che auspico si alzi la loro voce: in alternativa dovrà essere il Presidente Mattarella a ripristinare la legalità” prosegue il consigliere M5S.
“È inaccettabile invitare e autorizzare studenti e genitori a essere delatori del corpo insegnante mascherando dietro l’ideologia politica un brutto voto o non accettare una legittima osservazione in classe da parte di un insegnante – aggiunge Capozzella -. Tutto sarà dunque concesso ai ragazzi che grideranno all’ ingiustizia anti leghista? È imbarazzante pensare che la preparazione di un docente sia messa in discussione dal disallineamento al sistema, che debba misurare in classe le parole perché rischia il posto, che abbandoni il dialogo e il dibattito per paura. Avremo così sudditi privi di spirito critico e non giovani menti capaci di formarsi in maniera indipendente un’opinione. Diventeremo una dittatura e non saremo più una Repubblica. Fino a quando Salvini balla l’inno con le cubiste del ‘Papeete’ posso pensare che sia inopportuno per un Ministro dell’Interno ma non pericoloso, ma questa è un’altra storia”.