«E questo sarebbe il cambiamento? Non sono bastati alla presidente Serracchiani gli indagati prima candidati e poi eletti in Consiglio regionale? Adesso vuole estendere anche alle partecipate questo malcostume? Certo, un indagine non è un giudizio di colpevolezza, ma è sicuramente fonte di distrazione non da poco per chi è chiamato a rivestire un incarico di grande responsabilità». La capogruppo del MoVimento 5 Stelle Elena Bianchi commenta così i “rumors” riguardanti i futuri vertici delle partecipate regionali.
«Assistiamo increduli alla processione di nomi dei dirigenti, dei manager, degli amministratori e persino dei sindaci che sono sempre gli stessi: un gioco di scacchi dove lo scopo non è vincere ma solamente muovere gli stessi pezzi all’infinito, su una scacchiera fatta di interessi e di “giochi da reggere“. La nostra posizione sulle partecipate “pozzi senza fondo”, rimane sempre la stessa, ma nulla si muove – spiega Bianchi -. I 400 milioni di sofferenze di Mediocredito, tanto per fare un esempio, sono una voragine che la Regione non può permettersi di coprire. Il coraggio delle decisioni è l’unica strada possibile per questa giunta. Questo sarebbe il momento giusto per le scelte di vero cambiamento visto che le elezioni regionali sono molto lontane».
«Se invece la nostra Regione è in grado di produrre solamente i soliti 4 o 5 nomi che ciclicamente si ripetono, è evidente – attacca la capogruppo M5S – che i politici di professione non sono stati (e non sono) capaci di attuare politiche in grado di sviluppare la capacità imprenditoriale/manageriale dei giovani, preoccupati come sono sempre, e solamente, di conservare la propria poltrona».
«Prendere atto del fallimento di una intera classe dirigente regionale sarebbe il primo passo per una rinascita di questa Regione. Nemmeno gli industriali hanno avuto il coraggio di intraprendere questa strada, inserendo nel balletto dei nomi sempre gli stessi personaggi. Non importa se le loro aziende sono coinvolte in indagini per false fatturazioni – conclude Bianchi -, bisogna perpetuare la specie».