Nodo di Udine, Capozzi: Nuova intesa ma restano le perplessità

“È abbastanza sconcertante l’enfasi con cui la Regione rende nota la firma del protocollo d’intesa con Rfi e Regione senza aver seguito i nostri suggerimenti. Il Comune di Udine, infatti, dopo 25 anni torna a firmare un protocollo d’intesa con Regione e Rfi per eliminare i passaggi a livello, peccato che quello del 1999 risulti, ai firmatari, ancora in gran parte non attuato”. A esprimere le proprie perplessità sulla firma odierna, in una nota, è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi.

“Le criticità sostanziali di questo protocollo – prosegue l’esponente di Opposizione – riguardano innanzitutto il cronoprogramma dei lavori che ancora non c’è, anche se per l’assessore è uno dei punti di forza della stipula di questa mattina. Rfi che dichiara di aver già completato la progettazione definitiva di tutti gli interventi si è presa 90 giorni per trasmettere il cronoprogramma degli interventi e del finanziamento necessario. Questo sarebbe meglio trasmetterlo al ministro Salvini visto che il costo dell’opera è lievitato di 160 milioni in 2 anni e al momento ce ne sono a disposizione 128 su 340 previsti”.

“Secondo l’assessore il protocollo odierno permetterà la progressiva dismissione dei passaggi a livello. Lungi da noi da mettere in dubbio quanto auspicato, ma ciò che è stato firmato dalle parti dice che a regime la linea ferroviaria rimarrà ai soli fini della gestione emergenziale del traffico ferroviario, pertanto sarà comunque attiva e in funzione e con il sedime ferroviario, nonché i passaggi a livello, anche se gli stessi entrerebbero in funzione solo in caso di emergenza. Con buona pace di chi prevede un’altra destinazione d’uso di quelle aree”, sottolinea ancora la consigliera dei Cinque Stelle.

“Infine, grazie a tale stipula secondo Amirante avremo uno sgravio di traffico per le nostre strade, cosa positiva, quindi evidentemente non ci serviranno altre infrastrutture che questa Giunta si ostina a voler costruire, ma avremo anche treni passeggeri più veloci, che però – conclude Capozzi – dovendosi fermare nella stazione di Udine non potranno esserlo nei fatti”.