
“Dismettere la tratta ferroviaria con i relativi passaggi a livello è una soluzione tanto necessaria quanto richiesta a gran voce dai cittadini; tanto urgente quanto da noi auspicata fin dalle origini di un problema che, di fatto, ha posto per troppo tempo Udine in difficoltà e i cittadini troppo spesso nelle vesti di incolpevoli ostaggi”.
Lo evidenziano, attraverso una nota stampa la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle) e il coordinatore territoriale di Udine, Cristian Sergo, facendo riferimento al breve viaggio compiuto quest’oggi a bordo di un treno per andare alla scoperta della tratta interrata che costeggia esternamente il capoluogo friulano, arrivando al posto di movimento Vat proprio come quella in superficie.
“Abbiamo percorso la tratta Udine-Tricesimo insieme a tanti amici – aggiungono gli esponenti pentastellati – per chiedere un’accelerazione del processo di dismissione della linea ferroviaria che attraversa Udine in superficie. Un’alternativa c’è ed è proprio la tratta interrata: basterebbe completare gli 800 metri di sedime ferroviario mancante.”.
“Già nel settembre del 2024 – ricordano Capozzi e Sergo, sottolineando anche l’appoggio alla petizione consegnata a fine febbraio alla Presidenza dell’Assemblea legislativa regionale e pronta per approdare in Commissione – eravamo stati tra i primi a criticare l’accordo sulle opere ferroviarie del nodo di Udine, sottoscritto tra Regione Friuli Venezia Giulia, Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) e Comune di Udine”.
“Uno degli elementi che avevamo criticato più severamente – sottolineano i rappresentanti del M5S – era la mancanza di un preciso cronoprogramma dei lavori da realizzare, che ancora oggi non esiste, nonché dei finanziamenti necessari. La cosa più controversa, tuttavia, era relativa alla dismissione stessa, evidentemente fittizia, perché secondo il protocollo il sedime ferroviario non verrà rimosso e potrà essere utilizzato per gestire le situazioni di urgenza”.
“Sulla base della positiva esperienza odierna, ribadiamo la necessità di risolvere una situazione che si protrae ormai da decenni. Basterebbe – concludono Capozzi e Sergo – deviare il traffico della superficie nella tratta interrata. Oggi abbiamo dimostrato che anche i treni passeggeri non solo possono andare sulla linea esterna, ma già ci passano. E se lo fanno è perché non ci sono neppure problemi di sicurezza. Concretizzando questa ipotesi risolutiva, quindi, si restituirebbero importanti spazi alla città (compreso un interessante progetto di rigenerazione urbana), ma soprattutto agli udinesi, evitando un ingolfamento ormai cronico legato al passaggio dei 24 treni quotidiani a velocità media ridotta che attivano sei passaggi circa 150 volte al giorno, eliminando anche inquinamento e file spazientite”.