“Il fatto che ai profughi ucraini sia stato garantito uno status specifico di protezione temporanea e, sempre a livello europeo, siano stati previsti fondi specifici per la loro accoglienza ed integrazione, non autorizza a stigmatizzare richiedenti protezione internazionale provenienti da altri contesti geografici”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, replicando alle dichiarazioni del presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, sulla distinzione tra profughi dall’Ucraina o dalla ‘rotta balcanica’.
“Alla base dei documenti internazionali ed europei sulla protezione dei rifugiati esiste il principio di non discriminazione – continuano i portavoce M5S -. L’esame della fondatezza delle istanze di protezione non spetta certo ai politici, ma ad organi aventi competenza specifica quali le commissioni territoriali”.
“Non possiamo inoltre dimenticare che l’accoglienza da parte dei privati (principalmente connazionali dei profughi ucraini già residenti nella nostra regione) trova il principale ostacolo nella fragilità economica di queste persone” continua la nota del Gruppo consiliare.
“Una situazione aggravata dalle politiche discriminatorie nell’accesso al welfare e alle politiche abitative messe in atto da questa amministrazione regionale nei confronti dei migranti e basate sull’anzianità di residenza in regione e sulla richiesta di documentazione aggiuntiva. Misure più volte dichiarate incostituzionali e contrarie alle norme di diritto europeo – concludono gli esponenti pentastellati -, ma che il centrodestra si ostina a voler ideologicamente applicare, nonostante molteplici sentenze giudiziarie che ne hanno decretato l’illegittimità. Ci chiediamo se tale reiterato atteggiamento della Regione, con conseguenti spese di giudizio derivanti dalla scontata soccombenza, a carico dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, non determini un danno erariale”.