“La situazione del Teatro Verdi e dei suoi 250 lavoratori non va trascurata. Dispiace in questo senso il ‘benaltrismo’ dell’assessore Gibelli”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, che ha evidenziato il quadro relativo al teatro triestino durante la discussione del disegno di legge su cultura e sport, approvato ieri in Commissione.
“Il teatro potrebbe continuare a operare, naturalmente con le opportune disposizioni relative all’emergenza Covid-19 – sottolinea Capozzella – ma, in barba all’accordo sindacale di inizio aprile che prevedeva il ricorso a ferie e banca ore, il Sovrintendente ha imposto unilateralmente la cassa integrazione a partire da maggio”
“Da parte del sindaco Dipiazza c’è stato un sostanziale disinteresse alle sollecitazioni in Consiglio comunale arrivate dal M5S, che ha fatto proprio il grido di dolore dei lavoratori – continua l’esponente pentastellato -. Parliamo della principale istituzione teatrale del Friuli Venezia Giulia e non bisogna girare la testa dall’altra parte”.
“Spiace che l’assessore Gibelli non abbia voluto affrontare la questione – conclude Capozzella -. È vero che l’emergenza attuale ha creato situazioni di grave difficoltà e che molte realtà culturali rischiano addirittura di chiudere. Ciò però non significa che la situazione del Verdi vada messa in secondo piano”.
“L’impressione – aggiunge il consigliere regionale Andrea Ussai – è che si sia voluto aderire al Fondo integrativo salariale per migliorare ulteriormente il bilancio della Fondazione, piuttosto che escogitare strategie per riprendere quanto prima l’attività, e questo intervenendo sullo stipendio di 250 famiglie piuttosto che sulla retribuzione dei dirigenti. La bella stagione invece consentirebbe di riprendere l’attività artistica del Teatro Verdi utilizzando per i concerti anche la terrazza e il sottoportico del Teatro (come avvenuto per la rassegna ‘Note in Città’) oppure il palco di piazza Unità per l’attività estiva, garantendo distanze e sicurezza”.