Visto che l’assessore Telesca ci accusa pubblicamente di voler “dare a tutti i costi un’idea generalizzata di cattivo servizio enfatizzando alcuni episodi”, siamo costretti a replicare punto per punto, ricordando che non abbiamo mai attaccato gli operatori del 112 e del 118, i quali, anzi, sono le persone messe maggiormente in difficoltà dalle decisioni scellerate prese dalla giunta Serracchiani.
Telesca parla di “meno chiamate gestite dal 118, in particolare perché il numero unico per le emergenze 112 opera da filtro e consente così di scartare o reindirizzare quelle di carattere non sanitario”. Ragionamento lapalissiano. Le 50 mila chiamate in più registrate dal vecchio sistema sono dovute infatti alle telefonate non sanitarie che il Nue 112 oggi ovviamente filtra e non passa al 118, a quelle prettamente informative risolte direttamente dagli operatori del Nue e a quelle per la Guardia medica di Trieste attraverso il Numero verde. In realtà il numero di chiamate è sempre lo stesso solo che alla Sala Operativa Regionale Emergenza Sanitaria (Sores) arrivano esclusivamente quelle sanitarie. Se non fosse stato così il Nue 112 poteva chiudere immediatamente.
Telesca afferma che “nello stesso arco di tempo le missioni attivate, ovvero gli interventi dei mezzi di soccorso, sono aumentate, passando da 28.838 a 30.843 (2.005 in più, quasi il 7 per cento): una media di 360 al giorno”. Questo è un dato interessante e che tutti a spanne si aspettavano. Dalle informazioni raccolte direttamente dagli operatori, questa è l’ovvia conseguenza del “dispatch” che sovrastimando la situazione clinica genera praticamente sempre una missione anche per le situazioni gestibili diversamente (come avveniva in passato). L’utilizzo del “dispatch” per la gestione di solo una parte delle chiamate (che verosimilmente fluttua tra il 30 e il 50 per cento) genera un 7% in più di missioni. Provate a immaginare se il “dispatch” venisse usato nel 100% delle chiamate. Quante missioni in più avremmo?! Sarebbe la paralisi totale del sistema.
Telesca sostiene che “la riduzione delle chiamate è il frutto dell’introduzione di nuove tecnologie (app e geolocalizzazione) e soprattutto dell’avvio operativo del numero unico per le emergenze 112”. La riduzione delle chiamate, invece, non ha nulla a che vedere con l’introduzione di nuove tecnologie…che tra l’altro non funzionano! Ricordiamo che i tablet sono stati rottamati e che la geolocalizzazione delle chiamate non solo non è sempre precisa, ma molte volte non viene proprio utilizzata dagli operatori del Nue 112! A Trieste, ma anche nelle zone montane della regione, ci sono stati segnalati casi di geolocalizzazione non utilizzata con target errato.
Telesca dice che “il maggior numero di missioni è anche il risultato del nuovo Piano dell’emergenza urgenza, che ha messo a disposizione sull’intero territorio regionale più mezzi di soccorso e con una loro distribuzione più capillare, in un quadro di contestuale potenziamento degli organici”. E qui siamo alle barzellette. Dove sono aumentati gli organici? Gli unici organici aumentati sono quelli delle realtà convenzionate e non c’è stata alcuna distribuzione capillare! L’assessore dovrebbe spiegare quante e quali postazioni sono cambiate con l’introduzione della riforma.
Telesca racconta che “l’analisi dei dati mette poi in risalto che per i codici più gravi (rossi e gialli) i tempi di soccorso, ovvero quelli che intercorrono dalla chiamata all’arrivo di un’autoambulanza o di un’automedica, in questi tre mesi hanno rispettato gli standard nel 71,7% dei casi, contro il precedente 64,2%. Un fattore positivo che non ci basta e quindi siamo impegnati per migliorare ancora”. In sostanza l’assessore sta dicendo che il 71,7% dei codici gialli e rossi viene espletato in area urbana entro gli 8 minuti ed in area extraurbana entro i 20 minuti! Affermazioni a cui crediamo poco che vengono smentite dai dettagli degli interventi. Telesca abbia il coraggio di mostrare pubblicamente i tabulati!
Telesca invita ad “adoperarsi per accrescere l’appropriatezza degli interventi. Le quasi 31 mila missioni effettuate hanno riguardato per lo più codici verdi (persone che non corrono un rischio immediato) e talvolta anche bianchi: 24.956 in totale, e dunque con 5.887 codici tra rossi (persone in pericolo di vita) e gialli (con problemi gravi)”. Parlando di appropriatezza vogliamo sapere quale sia la percentuale di corrispondenza tra codice di uscita e codice di rientro. Infatti, se su 100 codici gialli dichiarati, solo 30 rientrano in giallo, 50 in verde e 20 in bianco allora non ci siamo proprio! Anche questo è un prodotto del “dispatch”.
Telesca ricorda inoltre che “il paziente non va trasportato semplicemente al pronto soccorso più vicino ma al pronto soccorso dell’ospedale più attrezzato per assicurare le cure più appropriate per il tipo di patologia. Va in quest’ottica la costruzione di reti specifiche per la presa in carico, ad esempio, di traumi cranici, ictus, infarti”. Anche qui l’assessore mistifica la realtà. Questi percorsi sono sempre esistiti. Un trauma cranico o un infarto che si registra a Monfalcone è sempre stato centralizzato a Trieste o Udine. La Centrale unica non c’entra niente. Anzi, ci sono stati segnalati casi di situazioni critiche, come per esempio gli infarti a Grado che sostano 1 ora al Pronto soccorso di Monfalcone invece di andare direttamente in emodinamica a Trieste, casi che non solo non sono stati risolti ma vengono deliberatamente taciuti.
Telesca prega infine che le “telefonate dirette al 118 (che in effetti sono ancora possibili) devono essere effettuate solo in caso di emergenze sanitarie, e non certo per segnalare l’allagamento di uno scantinato, come purtroppo è accaduto anche in questi ultimi giorni, durante la violenta ondata di maltempo”. Cosa vuol dire telefonare “direttamente” al 118? Se si fa il 118 risponde sempre 112! L’assessore dà messaggi sbagliati e fuorvianti che generano ulteriore confusione.