“Continua il depotenziamento della sanità territoriale triestina, solo parzialmente scongiurato dalla marcia indietro sul dimezzamento dei Centri di salute mentale. La modifica degli orari di lavoro, operativa dal 1° gennaio, rischia infatti di indebolirne l’operatività e costringere gli operatori a scegliere tra inevitabili ore di straordinario oppure il rispetto di tempi risicati per il passaggi di consegne, che inciderebbero inevitabilmente sulla presa in carico degli utenti ”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.
“Dalle segnalazioni ricevute, si tratterebbe di una decisione unilaterale, senza alcun tipo di comunicazione formale da parte di ASUGI e del Dipartimento di salute mentale ai sindacati – aggiunge Ussai -. Ma il problema principale è che il nuovo orario di lavoro non garantisce più l’elasticità di cui questo particolare ambito ha bisogno per venire incontro alle necessità dei pazienti. Le esigenze di questo servizio che non sono le stesse di un reparto ospedaliero”.
“Il mese scorso, anche a seguito della protesta di utenti e familiari, c’è stato un parziale passo indietro rispetto alla prima bozza di atto aziendale, che dimezzava i Centri di salute mentale a Trieste – conclude il consigliere M5S -. Ma per evitare il loro depotenziamento, occorre permettere agli operatori di lavorare nelle migliori condizioni possibili, garantendo un orario che consenta la funzionalità del servizio sulle 24 ore”.