Il progetto della cabinovia a Trieste è un fallimento annunciato, un esempio di cattiva gestione politica e amministrativa che ignora vincoli ambientali, normative e il dissenso di una larga parte della cittadinanza. Non si tratta solo della posizione del comitato No Ovovia, ma di una diffusa preoccupazione tra i triestini che vedono in quest’opera uno spreco di risorse che potrebbero essere rispondere a problemi ben più urgenti per la città.
La sentenza del TAR ha messo in luce gravi irregolarità, tra cui la mancata Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA) e l’approvazione di varianti urbanistiche dopo l’avvio dei lavori, un modus operandi inaccettabile.
L’opera minaccia aree protette Natura 2000 e il valore storico del Porto Vecchio, come confermato dalla bocciatura dei fondi PNRR per mancato rispetto del principio ‘Do No Significant Harm’. Uno schema che si ripete, come avvenuto per il progetto di via Frausin, dove si è agito prima del via libera urbanistico. Reiterare atti identici nonostante i rilievi del TAR pone seri interrogativi sulla volontà di rispettare la legalità.
La cabinovia, quindi, non rappresenta soltanto un’opera inutile, ma un simbolo di spreco di risorse pubbliche e di forzature politiche.
Non esistono motivi di interesse pubblico che giustifichino la sua realizzazione. Il modo con cui si procede sembra dettata più da calcoli politici ed elettorali che da una visione strategica per il territorio. Le risorse già spese, e quelle necessarie per proseguire, rischiano di pesare ulteriormente sulla collettività, mentre una larga parte di triestini ritiene che i problemi reali siano ben altri Invece di rispondere a queste priorità, l’amministrazione insiste su un progetto divisivo e costosissimo.
Chiediamo l’immediato ritiro del progetto. Regione e Comune devono fermarsi, assumersi la responsabilità di questo costoso fallimento e avviare un dialogo con cittadini e associazioni per soluzioni realmente sostenibili. La valorizzazione del Porto Vecchio e il miglioramento della mobilità urbana devono basarsi su progetti che rispettino l’ambiente, il patrimonio storico e le leggi.
Basta arroganza e ostinazione. È ora che questa Giunta ascolti i cittadini, rispetti le normative e investa risorse dove servono davvero.
La cabinovia è un ascensore per il nulla, ma a spese di tutti noi. È tempo di fermare questa corsa a vuoto e tornare con i piedi per terra, ascoltando le vere priorità dei triestini.