“Come detto in passato, la legge regionale votata in aula lo scorso 21 ottobre e presentata dalla Giunta Fedriga non ha cambiato proprio nulla: gli impianti fotovoltaici a terra continuano i loro iter autorizzativi anche nelle aree ritenute non idonee dal Consiglio regionale” lo afferma il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Cristian Sergo.
“Dopo le proteste sollevate a Terzo di Aquileia per il mega impianto da 42 MW su terreni agricoli da parte della società Falck Renewables Sviluppo srl di Sesto San Giovanni in provincia di Milano, che aveva avuto il via libera della Regione una settimana prima dell’approvazione della Legge Regionale, in attesa della procedura avviata nelle scorse settimane sempre dalla Società Falck per il parco fotovoltaico di Manzano denominato Manganizza, ora torna di attualità il parco Leonacco Basso a Tricesimo – rimarca Sergo -. La stessa Falck ha presentato per la terza volta l’istanza di valutazione di impatto ambientale. La prima fu archiviata dai proponenti, la seconda bocciata dalla Commissione Tecnica una settimana dopo l’approvazione in aula, ma senza che questa avesse potuto incidere sul provvedimento preso, adesso vedremo l’esito della terza procedura incardinata nonostante l’opposizione dei Comuni su cui si vuol insediare il parco”.
“Ma questo di Tricesimo non è l’unico impianto che ha avviato le procedure di valutazione degli impatti ambientali – sottolinea il capogruppo M5S -. La scorsa settimana, la ditta Chiron Energy Spv 08 srl di Milano ha presentato l’istanza per tre impianti: uno a San Vito al Torre (di circa 4MW di potenza) e due a Basiliano di 4,5 MW. La curiosità è che gli studi preliminari depositati non citano nemmeno le norme approvate dal Consiglio regionale lo scorso novembre, come se la legge non fosse mai esistita. Eppure, ancorché impugnata, in attesa di pronunciamento della Corte Costituzionale, la norma risulta vigente e gli impianti di San Vito al Torre verrebbero realizzati su terreni considerati non idonei dalla legge regionale per le loro caratteristiche”.
“Un bel rebus da risolvere per gli uffici regionali, giusto per far capire che la legge regionale, oltre a non fermare le richieste di autorizzazione, non ha nemmeno semplificato le procedure. In un momento in cui il nostro Paese ha bisogno di ogni fonte di energia possibile, ma anche di prodotti agricoli –conclude Sergo -, invece di tornare alle fonti fossili si dovrebbe far chiarezza su queste procedure e permettere agli imprenditori l’installazione di questi impianti laddove non si compromettono paesaggi e terreni agricoli, che mai come in queste ore fanno capire a tutti noi la loro importanza”.