«Prendo atto che per molti colleghi della stessa maggioranza che l’ha istituito, il parere del Garante per i diritti della persona vale il tempo che trova. Parere che sollecitava espressamente l’opportunità di una modifica da parte del legislatore regionale – cioè da parte del Consiglio regionale – sia della composizione della Commissione uomo/donna, prevedendo anche la possibile componente maschile, sia dell’inclusione tra gli obiettivi di questa commissione (non di un’altra, come auspica qualcuno) della lotta alle discriminazioni sulla base dell’identità di genere. Mi spiace che alcuni colleghi non abbiano colto la correlazione tra la situazione degli uomini e il permanere delle discriminazioni nei confronti delle donne. Peccato non si sia voluto cogliere il significato del valore aggiunto che il confronto reciproco avrebbe apportato». La portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Eleonora Frattolin, ha così commentato la volontà di gran parte dell’Aula di bocciare la proposta di legge del M5S – prima firmataria la stessa capogruppo – che intendeva modificare la norma istitutiva della Commissione regionale pari opportunità.
«E non è una questione di vedersi riconosciuto alcun merito – aggiunge Frattolin -. È una questione di prendersi un impegno formale ad aprire alla componente maschile nel 2018 (perché l’attuale commissione rimane in carica fino a fine legislatura), al quale far seguire al più presto una completa revisione della materia (come previsto da un mio emendamento all’art. 7)».
«Pur facendomi piacere riscontrare da parte di tantissimi colleghi la necessità di approfondire la questione con i portatori di interesse, non posso non evidenziare come lo stesso doveroso approfondimento avrebbe dovuto essere richiesto anche con enti locali e cittadini della nostra regione prima di riformare totalmente la struttura amministrativa e sanitaria del territorio».
«Ricordo che è passato più di un anno da quando la proposta è stata depositata, a disposizione di tutti gli approfondimenti del caso, anche della stessa Commissione pari opportunità – sottolinea la portavoce M5S -. Riesce in conclusione difficile decidere se è più vantaggioso per tutti imputare questo voto negativo a una mera questione di equilibri politici o a una evidente immaturità dei legislatori regionali rispetto ai colleghi di altre regioni più illuminate».