“Quattro mesi fa l’Assessore Scoccimarro si affrettava ad annunciare che sull’ovovia di Trieste non c’era alcun diniego tecnico. Tre mesi dopo è stato lo stesso Servizio Biodiversità della Regione a dire che l’opera sarebbe stata molto impattante e che avrebbe causato la perdita di habitat di specie di interesse comunitario. Se non è un impatto significativo questo non sappiamo cosa possa esserlo”. A ricordarlo sono l’Europarlamentare Sabrina Pignedoli, il Senatore Stefano Patuanelli e la Consigliera Regionale Rosaria Capozzi del MoVimento 5 Stelle che sin dal primo atto ministeriale che assegnava oltre 40 milioni del PNRR per la realizzazione di quest’opera hanno contestato la decisione del Comune di Trieste.
“Lo stesso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede che non si possano finanziare con fondi europei le opere che non rispettano il principio di “Do No Significant Harm (DNSH), ovvero quelle che arrecano danno significativo all’ambiente, come ha confermato anche la commissione europea rispondendo all’interrogazione dell’Europarlamentare M5S Sabrina Pignedoli”.
“Per noi è più che sufficiente il parere del servizio biodiversità regionale di luglio che attesta come l’opera avrebbe messo in pericolo specie di interesse comunitario e conservazionistico, oltre alla perdita di superfici forestali e l’introduzione di nuovi fattori di rischio. Adesso arriva l’esito negativo della valutazione di incidenza da parte della Direzione Ambiente – proseguono i portavoce del MoVimento – che evidenzia le incidenze negative significative sugli elementi faunistici e vegetazionali/ecosistemici che caratterizzano i siti nella loro peculiarità e pertanto non può essere considerato compatibile con gli obiettivi di conservazione degli stessi. Riteniamo non si possa procedere oltre, anche perchè per attivare le fasi successive i proponenti devono dimostrare che non ci sono alternative possibili per trasportare le persone da Opicina a Porto Vecchio, a noi ne vengono in mente almeno tre, la principale è il ripristino del Tram”.
“Il Sindaco, la Regione e le forze politiche che hanno sponsorizzato quest’opera chiedano scusa alla popolazione di Trieste, per i soldi pubblici inutilmente spesi finora e per le ingenti risorse pagate dai cittadini, dai comitati e dalle associazioni ambientaliste per opporsi all’ennesima fantasia di una destra rimasta nel XX secolo”.