Finora il suo nome era rimasto sconosciuto. Oggi, finalmente, sappiamo chi ha incolpato i proprietari dei polli del Maniaghese risultati contaminati nel dicembre 2015. Si tratta del dott. Manlio Palei, direttore del Servizio Sanità pubblica veterinaria della Regione Fvg. Il dirigente, nel marzo 2016, ha inviato al Ministero della Salute una relazione sulle risultanze del Piano nazionale residui 2015, nella quale – tra le altre cose – si ricostruisce la vicenda del Maniaghese e si evidenzia che il Dipartimento di Prevenzione dell’ASS n.5 si sia attivato subito in seguito al primo campione analizzato da privati nel 2011 risultato non conforme alla normativa vigente. Obiettivo: ricercare l’origine della contaminazione con un piano di controllo rafforzato e mirato.
Nella relazione si dice che “il problema diossina è concentrato negli unici due allevamenti rurali a gestione familiare” poco distanti tra loro e non è tale da creare allarmismi, pur ricordando che la positività riscontrata è in un caso ben 4 volte superiore alla norma per alcuni “metaboliti della diossina”. Palei aggiunge che uno di questi “metaboliti” è scientificamente riferibile a processi di combustione. In conclusione poi si afferma che “… è stato verificato che, a fronte di un’indagine approfondita sul territorio circostante sia da parte dei Servizi Veterinari che dell’Arpa senza alcun riscontro di non conformità su matrici alimentari e mangimi, il problema sia connesso alla contaminazione antropica dei luoghi di allevamento, e nel dettaglio ad una gestione non appropriata dell’aia in particolare”.
«Dobbiamo subito sottolineare tutta la debolezza del cosiddetto piano di controllo “rafforzato e mirato” adeguato – spiega la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Eleonora Frattolin -. Sono stati raccolti infatti 2 campioni (sbagliati) nel 2014 e 4 campioni nel 2015 di cui 2 prelevati fuori Campagna di Maniago e 2 a Campagna. Per noi questo non può essere definito un piano di controllo “rafforzato e mirato” adeguato».
«Oltre a chiedere pubblicamente al dott. Palei di spiegare cosa sia un “metabolita” della diossina (nessun nostro consulente ha mai sentito questo termine usato in riferimento a un inquinante organico persistente che per sua natura non può essere metabolizzato), vogliamo anche comprendere perché non sia stato evidenziato che gli inquinanti più rilevati nei campioni sono i PCB che non sono prodotti da alcuna combustione» insiste Eleonora Frattolin.
«Anche considerando unicamente le analisi effettuate fino ad inizio 2016 sui 4 campioni di pollame riguardanti 29 diversi tipi di contaminanti – aggiunge il biologo Federico Grim che per conto del MoVimento 5 Stelle ha condotto lo studio “Chicken’s POPs” -, va evidenziato come siano caratterizzate da un’elevata omogeneità dei dati, ovvero i rapporti tra i vari contaminanti analizzati sono molto simili tra loro, anche confrontando i campioni conformi con quelli non conformi. La conclusione dal punto di vista scientifico è molto semplice: la fonte di emissioni molto probabilmente è unica, e non ci troviamo di fronte alla somma di più sorgenti emissive».
«Detto più semplicemente, nonostante i campioni avessero età diverse e vivessero in luoghi diversi, la miscela di veleni è sempre la stessa, in 2 campioni entro i limiti e negli altri 2 oltre i limiti, ma in proporzioni omogenee. Ritengo impossibile quindi che contadini diversi abbiano contaminato le proprie aie con miscele di veleni così simili tra loro- afferma Grim -. Si deve aggiungere anche che una parte cospicua dei contaminanti rilevati (PCB) sono di esclusivo uso industriale e non in vendita al pubblico. Dubito fortemente che contadini con venti galline siano dotati di nastri trasportatori per portare le uova dal pollaio al frigo e che tutti usino lo stesso lubrificante a base di PCB».
«Perciò l’ipotesi che attribuisce la colpa della contaminazione alla gestione delle aie è un falso dal punto di vista scientifico e una stupidaggine dal punto di vista logico» sostiene con forza il consulente del MoVimento 5 Stelle.
In conclusione la consigliera pentastellata lancia una sfida al dirigente del Servizio Sanità pubblica veterinaria della Regione Fvg. «Chiediamo al dott. Palei di smentire pubblicamente le valutazioni del nostro consulente per ristabilire la verità nel rispetto dei proprietari delle aie e, più in generale, dei cittadini del Friuli Venezia Giulia che non vogliono più essere presi in giro».