La proposta di legge in discussione vuole essere un testo unico di revisione delle normative regionali sull’istruzione, comprendendo le materie del diritto allo studio e del potenziamento dell’offerta formativa del sistema scolastico regionale. Trattare un argomento così importante gli ultimi giorni di questa legislatura, con una certa fretta dettata dal calendario e senza la possibilità di coinvolgere il più possibile il territorio, ci lascia non poco perplessi. Si corre il rischio di esaminare una materia così importante in maniera superficiale senza i dovuti approfondimenti e senza la possibilità di apportare aggiustamenti e elementi innovativi rispetto al passato, limitandosi ad un mero esercizio di raccolta normativa dell’esistente. La tempistica di convocazione delle audizioni ha fatto sì che molti dei portatori di interesse primari non potessero essere presenti e propositivi: non avere il parere dell’Ufficio scolastico regionale in merito ad una proposta di legge sulla scuola è una carenza evidente.
La scelta di raccogliere i numerosi interventi che la nostra Regione sta attuando in favore del diritto allo studio in un Testo Unico ci trova assolutamente d’accordo, ma tale scelta doveva essere accompagnata da un’attenta valutazione dei risultati ottenuti dalle misure già in essere e dagli eventuali correttivi. Arriviamo inoltre in aula con una norma che non ha ancora le abrogazioni delle leggi che sostituisce, sempre perché si devono valutare con estrema attenzione le conseguenze formali della pulizia normativa, per non correre il rischio di fare dei danni. C’erano 5 anni per fare le cose con calma ma si è scelto di arrivare sul filo di lana, lasciando ai posteri eventuali rimaneggiamenti necessari una volta valutate le ricadute concrete.
Come già fatto in commissione nonché in tutti questi 5 anni, esprimiamo subito la nostra contrarietà a tutte le parti delle proposta che riguardano il finanziamento delle scuole paritarie, fatta eccezione per le scuole dell’infanzia, che per coerenza ci porterà al deposito di emendamenti soppressivi. In particolare segnaliamo l’istituzionalizzazione di una scelta condivisa dalle ultime Giunte regionali, che ci vede caso unico in Italia, ovvero quella degli anticipi di cassa sui fondi dello Stato alle scuole paritarie. Una scelta da noi contestata più volte perché introduce un’evidente disparità di accesso ai fondi (e quindi, di riflesso, disparità di diritto allo studio) tra la scuola pubblica e quella paritaria: è evidente a chiunque frequenti in qualche modo il mondo della scuola che i ritardi nell’erogazione dei fondi statali incidono in egual misura sia sulla scuola paritaria che, soprattutto, su quella pubblica. Non è chiaro quindi perché solo le scuole paritarie possano contare nel supporto dell’anticipo regionale per l’avvio dell’anno scolastico e sono più che sicura che tutte le scuole pubbliche del Friuli Venezia Giulia sarebbero contentissime di non dover chiedere contributi volontari o fare i salti mortali per far partire le attività regolarmente.
Per noi del Movimento 5 Stelle l’istruzione pubblica è una priorità, così come sancito all’articolo 33 della nostra Costituzione, e deve essere gratuita (articolo 34) per permetterne l’acceso da parte di tutti. Solo in una scuola pubblica statale di qualità si potranno preparare i futuri cittadini di domani. Perché la scuola pubblica possa avere questa funzione prioritaria occorre che abbia tutte le risorse necessarie e le strutture adeguate, sia dallo Stato che dalla Regione. Le risorse ci sono, quello che manca è la volontà politica di destinarle alla scuola.
Altro finanziamento da noi sempre osteggiato e purtroppo istituzionalizzato in questa proposta di legge è quello a vantaggio delle associazioni che affiliano scuole paritarie per l’organizzazione e la gestione delle attività, al quale addirittura aggiungono la possibilità di assegnare a queste associazioni anche contributi una tantum, al bisogno.
Sempre in tema di diritto allo studio, l’appello più accorato e condiviso emerso dalle audizioni delle consulte degli studenti è stato quello sul trasporto scolastico e sul comodato d’uso dei testi. La richiesta da tutto il mondo studentesco regionale è quella abbassare il più possibile il costo sulle famiglie del trasporto pubblico e di estendere la misura dei libri in comodato gratuito a tutte le classi della scuola secondaria di secondo grado. Solo così si può veramente garantire a tutti il diritto allo studio. Ci ha fatto molto piacere che gli studenti abbiano avuto modo di testimoniare questa importante necessità delle famiglie che noi avevamo già evidenziato qualche mese fa con la nostra proposta di rendere gratuito il trasporto pubblico locale ai minori residenti in regione, proposta derisa e tacciata di populismo e iniquità da un assessore di questa Giunta che evidentemente poco capisce dei problemi veri del territorio. L’iniquità sta negli occhi di chi guarda o meglio di chi non riesce a comprendere che, oltre all’impatto positivo sulle risorse delle famiglie (dai 300 ai 500 euro all’anno per figlio), una tale proposta avrebbe un notevole impatto sia sulla tutela dell’ambiente che della salute. Ben venga se anche le famiglie meno bisognose fanno utilizzare i trasporti pubblici ai loro figli invece di portarli a scuola con i Suv! Riteniamo sia doveroso farci nuovamente portavoce delle istanze dei cittadini e quindi depositeremo degli emendamenti che permettano il trasporto gratuito a tutti gli studenti senza distinzione di reddito e per garantire i libri in comodato fino alla fine degli studi superiori.
Finalmente dopo cinque anni di nostri emendamenti, sempre bocciati, per chiedere l’aumento dei finanziamenti al sostegno scolastico degli alunni disabili, tale proposta viene recepita in legge, dimostrando, quindi, di essere sempre stata una proposta fattibile e sensata! Meglio tardi che mai.
Come già evidenziato in discussione della legge sullo Sport, non condividiamo assolutamente la scelta di delegare al CONI la gestione di tutta l’attività sportiva nella scuola così come previsto dall’articolo 28; inoltre le risorse che vengono assegnate ormai da anni risultano irrisoria rispetto al ruolo importante che dovrebbe svolgere tale materia all’interno dei programmi scolastici.
Ancora una volta purtroppo, nella fretta di portare a casa un qualche risultato da poter vantare, si è persa l’occasione di fare un lavoro ragionato, condiviso, innovatore, incisivo e che non necessiti di aggiustamenti continui, in una materia fondamentale per il futuro della nostra regione come quella del diritto allo studio, che dovrebbe far diventare la scuola pubblica della nostra Regione sempre più inclusiva, innovativa e accessibile a tutti.
Difficile, quindi, esprimere un parere positivo su questa proposta di legge e sulle tempistiche di presentazione, come difficile sarà esprimere un voto in Aula che evidentemente dovrà tenere conto di quanto riusciranno ad incidere le nostre proposte di modifica.