“Rullo di tamburi, squillo di trombe… due anni e mezzo dopo la costituzione del tavolo tecnico sui pozzi artesiani della Bassa friulana, previsto dal Piano Regionale Tutela delle Acque, è partita la sperimentazione che deve determinare il volume medio giornaliero delle fontane, verificando gli effetti delle strozzature. Bene, sapete su quanti pozzi viene effettuata la sperimentazione? Su un unico pozzo. No, non è uno scherzo. Su 60 mila fontane presenti nella Bassa friulana, con gravissimo ritardo sulle tempistiche previste, considerato che la sperimentazione doveva terminare nel dicembre 2016, questa riguarda un solo pozzo profondo 123 metri. Assurdo”. È carico di sdegno il commento del capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo alla risposta della giunta Serracchiani all’interrogazione orale depositata nel maggio del 2016 e arrivata solo nelle ultime ore.
“L’esecutivo regionale – spiega Sergo – fa sapere che “il tavolo tecnico ha predisposto un protocollo per lo svolgimento della sperimentazione finalizzato a verificare, tramite steps progressivi di modulazione del flusso emunto, gli effetti di tale regolamentazione sulla funzionalità del pozzo stesso. È stata poi avviata una fase preliminare di sperimentazione con prove in campagna su un pozzo di proprietà di Cafc, sito nel Comune di Cervignano”. Inoltre – aggiunge il consigliere pentastellato – l’assessore Sara Vito rivela che “si sta coinvolgendo l’Università di Trieste, tramite la stipula di un accordo, per dare attuazione al protocollo”. La delibera prevede che, se entro l’approvazione del Piano Tutela Acque – ancora fermo al palo dopo 17 anni -, non si fosse stabilito un volume per la strozzatura dei pozzi, questo deve esser previsto dalla Regione. Peccato che la stessa si era già espressa in materia indicando in 0,1 litri al secondo la portata quale portata media giornaliera obbligatoria per i pozzi: la cosiddetta strozzatura. Ricordiamo che questa sciagurata previsione dello 0,1 era stata stabilita dalla giunta di centrodestra guidata da Renzo Tondo. Ora la Regione parla di voler coinvolgere le Università (che però al tavolo si sono già sedute) per attuare il protocollo. E quanto tempo ci vorrà ancora? Non si sa”.
“Per noi – rimarca ancora una volta Sergo – l’acqua è invece una risorsa importante e in questi giorni ce ne si accorge ancora di più, ma essa deve rimanere pubblica, lontana dalle speculazioni del mercato e da gestire in modo equo e senza sprechi. Ancora nulla invece si è deciso per attaccare con efficacia i veri sprechi di questa risorsa”.
“Ad aprile abbiamo presentato al presidente Iacop una seconda petizione sul tema e abbiamo sollecitato per la seconda volta l’audizione dei soggetti coinvolti per parlarne prima che venga presa una qualsiasi decisione. Come stiamo facendo da più di quattro anni, noi del MoVimento 5 Stelle continueremo la nostra battaglia per salvaguardare i pozzi artesiani e il diritto dei cittadini di prelevare l’acqua dai propri terreni. Temiamo che anche attraverso un’inconcludente sperimentazione, chi governa questa Regione stia cercando una pezza di appoggio per avvalorare una decisione impopolare ma presa già da molto tempo: quella di strozzare le fontane per costringere in un futuro non troppo lontano decine di migliaia di nuovi utenti ad allacciarsi all’acquedotto, così come si torna a paventare proprio in questi giorni. Continueremo a fare di tutto – conclude Sergo – per evitare che questo accada”.