PRELIEVI DEL SANGUE PIU’ CARI NEL SETTORE PUBBLICO: LA GIUNTA SERRACCHIANI NON PUÒ FAVORIRE I PRIVATI!

“Le tariffe nel settore pubblico non possono essere superiori a quelle praticate nel privato. La Regione deve fare uno sforzo per renderle almeno uguali”. A chiederlo è il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai che oggi, su questa anomalia, ha interrogato al giunta Serracchiani.

“I costi di alcuni esami presso le strutture private continuano a essere maggiormente concorrenziali rispetto alla Sanità pubblica – spiega Ussai -. Per questa assurdità molti cittadini hanno già protestato. Il costo di diversi esami del sangue – a carico degli utenti dal Servizio sanitario regionale – è infatti più alto rispetto a quello praticato, per gli stessi accertamenti, da alcuni laboratori privati. Non possiamo inoltre trascurare il fatto che la quota aggiuntiva sulle ricette – il cosiddetto “super ticket” – è stato rimodulato dalla giunta Serracchiani appena lo scorso anno, esentando dal suo pagamento solo le famiglie meno abbienti, a fronte degli obiettivi di mandato dell’esecutivo regionale che prevedevano la sua abolizione totale”.

“A peggiorare il quadro la chiusura di diversi ambulatori e centri prelievo pubblici che hanno portato un evidente vantaggio al settore privato. Ben il 70 per cento dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, come evidenziato dal Rapporto Crea 2016, è già costretto a ricorrere a prestazioni non rimborsate dal Sistema sanitario regionale, con un costo pro capite superiore alla media nazionale. Come se non bastasse la Regione registra anche la maggior percentuale di nuove rinunce alle spese sanitarie per motivi economici, rispetto alle media del nord-est”.

“La scusa dell’attesa del tariffario nazionale per rimodulare le tariffe, avanzata oggi dall’assessore Telesca, è debolissima. La giunta Serracchiani deve attivarsi subito per invertire questa preoccupante tendenza che favorisce la sanità privata. Visto che si parla sempre di eliminare i doppioni non vorremmo che, senza dirlo esplicitamente, questa politica si sia posta l’obiettivo di sacrificare la sanità pubblica, percepita ormai come un fastidioso doppione di quella privata”.