«Non si arresta l’aumento di pazienti che ogni giorno si presentano al Pronto soccorso di Cattinara! Se nel primo trimestre del 2016 si era registrato un aumento del 10% degli accessi rispetto allo stesso periodo del 2015, dopo altri due mesi, dati alla mano, questa percentuale continua inesorabilmente a crescere: siamo infatti oltre il 13%». A lanciare l’allarme, ancora una volta, è il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Andrea Ussai.
«L’incremento – spiega Ussai – incide soprattutto sull’attività notturna, quando sono in servizio solamente due medici rispetto ai cinque operativi nelle ore diurne, e nei fine settimana con picchi mai registrati prima: 207 pazienti contro una media di 150. Stiamo parlando di quasi il 40% in più! Un sovraccarico per gli operatori che inevitabilmente finisce per aumentare il verificarsi di errori e di eventi avversi».
«È palese che sono del tutto insufficienti le azioni correttive fin qui messe in atto dalla Direzione strategica dell’Azienda Triestina per risolvere la situazione di congestione del Pronto soccorso – attacca il portavoce del M5S -. Così come risulta fallimentare l’azione di filtro delle strutture presenti sul territorio che, a un anno e mezzo dall’entrata in vigore della riforma regionale della Sanità, ancora non ha certo prodotto i risultati sperati. Ci chiediamo inoltre quanto abbia aggravato le situazioni di sovraffollamento la diversa organizzazione della modalità di accesso per le prestazioni specialistiche ambulatoriali urgenti (Dgr 2034/2015) che ora devono passare obbligatoriamente per il Pronto soccorso».
«Pertanto, per sollecitare una pronta risposta a queste criticità, abbiamo deciso di depositare nelle prossime ore una nuova interrogazione in Consiglio regionale – annuncia Ussai -. Vogliamo conoscere nel dettaglio la situazione del Pronto soccorso del nosocomio triestino e quali azioni strategiche la Direzione abbia intenzione di mettere in campo per evitare che continuino ad allungarsi i tempi di attesa e di conseguenza – conclude – anche i rischi per i cittadini e per gli operatori sanitari».