“La Regione ha inoltrato al Ministero una richiesta formale di deroga per il Punto nascita di Latisana oppure ha semplicemente dichiarato al Ministero la propria volontà di chiuderlo?”. È questa la domanda che il MoVimento 5 Stelle rivolge alla giunta Serracchiani con una interrogazione per fare chiarezza su uno dei casi politici più spinosi del suo mandato.
Tutto parte dalle dichiarazioni della presidente Serracchiani durante la seduta del Consiglio comunale di Latisana dello scorso 25 luglio 2016. In questo contesto Serracchiani aveva sostenuto, letteralmente, di “aver scritto al Ministero per ottenere delle deroghe, e che l’unica deroga… concessa è stata Tolmezzo…” e che a “tutte le altre richieste compresa Latisana… hanno detto di no!”. Dichiarazioni che sembrano smentite da un altro documento ufficiale che il M5S ha potuto visionare grazie a due accessi agli atti.
Si tratta di una lettera del 19 febbraio scorso con cui Adriano Marcolongo, direttore centrale della Direzione centrale salute, integrazione socio sanitaria, politiche sociali e famiglia della Regione, scrive a Renato Botti, direttore generale della Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute. Nella missiva si legge, anche qui testualmente: “Nel corso del 2016 la Regione effettuerà una richiesta di deroga per tale sede”, parlando di Tolmezzo, mentre nella lettera Marcolongo, affrontando il caso Latisana, chiede un incontro per un confronto tecnico “al fine di valutare la situazione nel suo complesso in merito all’opportunità di procedere ad una richiesta di deroga e concordare di conseguenza una modalità operativa che porti a una soluzione della questione”.
Questa lettera inviata da Marcolongo è piena zeppa di informazioni fuorvianti e dati sbagliati. Le tempistiche per il collegamento all’ospedale più vicino, infatti, vengono ampiamente sottostimate così come si afferma che c’è stato “un aumento del numero dei parti presso il Punto nascita di Latisana…che negli ultimi tre mesi si è attestato a circa 40/mese circa”. Anche qui viene sottostimato ad arte un trend che, nonostante le continue pressioni rivolte alle partorienti di rivolgersi ad altre strutture, avrebbe portato in proiezione al superamento dei 500 parti/anno. Nel testo inoltre vengono omesse le evidenti difficoltà legate alla viabilità e un fatto universalmente conosciuto: cioè il numero elevato di prestazioni urgenti di Pronto soccorso pediatrico registrato ogni anno a Latisana. Prestazioni che, ovviamente, aumentano sempre nel periodo estivo per la vicinanza a centri turistici affollatissimi come quelli di Lignano e Bibione.
Marcolongo, riferendosi esclusivamente a Latisana, scrive inoltre che “non vengono rispettati i criteri fatti propri dalla regione, in particolare per carenza di assistenza pediatrica neonatale, dovuta all’impossibilità di reperire personale medico specialista”. Il direttore generale qui omette di ricordare che l’équipe medica è unica per entrambe le sedi e non solo per Latisana. Inoltre tace sul fatto che la struttura di Latisana è di ultima generazione, mentre quella di Palmanova necessita di adeguamenti strutturali di quasi 1 milione e mezzo di euro.
A fine febbraio, dopo appena 10 giorni, arriva la rapida risposta del Ministero. Il direttore generale Botti, sulla base di quanto dichiarato da Marcolongo, manifesta il proprio apprezzamento e afferma di condividere la “dichiarata decisione della Regione FVG di prevedere … un unico Punto nascita tra Palmanova e Latisana, con la conseguente chiusura di quest’ultimo”. Nessuna richiesta di deroga, quindi, ma la conferma di una decisione già presa da tempo!
Botti richiama inoltre il Protocollo metodologico per la valutazione delle richieste di mantenimento in attività dei punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/anno (art. 1 D.M. 11/11/2015) che regolamenta la modalità di presentazione e valutazione delle richieste di deroga. Tutto questo finalizzato alla presentazione della deroga per Tolmezzo, iter che invece non è stato intrapreso per Latisana.
In questo contesto non possiamo non ricordare che già l’11 febbraio scorso il gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale aveva depositato una mozione che impegnava la giunta regionale a chiedere quanto prima al Ministero della Salute una deroga al parametro dei 500 parti/anno per il Punto nascita di Latisana e per quello di Tolmezzo. Mozione che, come capita quasi sempre, era stata successivamente bocciata dalla maggioranza di centro sinistra.
La situazione che si è venuta a creare in una vasta area di territorio fra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto è molto grave. Il Punto di nascita di Portogruaro rimane ancora chiuso nonostante le reiterate promesse di riapertura. La contemporanea “sospensione dell’operatività” della struttura di Latisana costringe infatti le partorienti a rivolgersi o all’ospedale di Palmanova o a quello di San Donà di Piave. Prima che accada qualcosa di irreparabile, è urgente che i presidenti delle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia intervengano per chiarire come saranno garantite in sicurezza le emergenze ostetriche e pediatriche e in quale struttura.
Il MoVimento 5 Stelle continuerà la sua battaglia in favore della salute dei cittadini a tutti i livelli: comunale, regionale e nazionale. Per quanto riguarda la reale situazione dell’ospedale di Latisana, i dati corretti e non manipolati in modo strumentale saranno a breve inviati al Ministero della Salute.
Loredana Pozzatello
portavoce M5S Consiglio comunale Latisana
Andrea Ussai
portavoce M5S Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia
Arianna Spessotto
portavoce M5S alla Camera dei deputati