“La chiusura del punto nascita dell’ospedale di San Vito al Tagliamento perché il numero di parti all’anno non sarebbe sufficiente a garantire la sicurezza del servizio è l’ennesima prova, che il servizio pubblico sarà una risorsa residuale a beneficio del privato convenzionato”.
Così, in una nota, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (M5S) dopo essere intervenuta al presidio per la riapertura del punto nascita di San Vito al Tagliamento.
“Se, come è stato riportato sulla stampa, la causa della chiusura del punto nascita – spiega la pentastellata – è dovuta ad una questione di sicurezza data dalla perdita di una equipe, che mantenga una continuità assistenziale, tutto questo, ci appare debole come giustificazione”.
“La carenza grave e cronica del personale medico può essere superata con nuove assunzioni o con mobilità, non certo facendo coprire interi turni di guardia e reperibilità ai cosiddetti gettonisti – prosegue l’esponente di Opposizione – ciò anche rispetto situazioni analoghe di affidamento in gestione a cooperative di interi reparti o punti di primo intervento, laddove ci sono presenze di operatori sanitari con queste modalità contrattuali di lavoro”.
“Questa situazione finisce per essere un vantaggio anche per il vicino Veneto – continua la consigliera – che si accaparrerà i parti che altrimenti sarebbero geograficamente del Friuli Venezia Giulia, in una regione che lamenta un calo demografico cronico. Ci batteremo perché il punto nascita di San Vito, che costituisce una risorsa importante per le mamme, riapra. Non si possano dare bonus a pioggia per fare figli quando si tolgono servizi”.
“Inoltre difenderemo la sanità pubblica – conclude Capozzi – consci del fatto che le esternalizzazioni si rivelano una scelta onerosa e depauperano la sanità pubblica che per noi resta l’unica via da privilegiare”.